Libero, 28 giugno 2019
A Bisceglie edicolante si rifiuta di vendere Repubblica
■ «Scusi, mi dà Repubblica?». «No, non c’è». «Èfinita?». «No». «Èin sciopero?». «No». «E allora?». «Non èin vendita oggi». Carlo Alberto Ruggieri, titolare dell’edicola «Tabaccheria Sant’Andrea» a Bisceglie in Puglia, ieri ha compiuto un gesto senza precedenti: hafatto obiezione di coscienza contro il titolo «Forza Capitana» del quotidiano la Repubblica che inneggiava a Carola, la comandante della nave Sea Watch 3. E pertanto ha ritirato le copie del giornale e deciso di non venderle. «Non ce l’ho contro quei poveretti a bordo della nave», spiega, «ma contro il modo di raccontare di un giornale che nonfainformazione veritieraeincita una persona che ha violato le nostre leggi». A chi parlasse di boicottaggio lui risponde: «Ilmio vuoleessere un segnale forte affinché ci sia un’informazione neutrale che la smetta di creare un clima di odio. Infondo ilmio è un appello a salvare le edicole: se la stampa torna a essere credibile, anche i giornali tornano a vendere». L’edicolante pugliese dice di voler andare avanti nella sua campagna: «Nel caso Repubblica o altri quotidiani facessero ancora titoli simili, continuerei a non venderli». E non esclude che altri edicolanti in paese e non sololo seguano: «Se lofacessero, sarebbe un’azione intelligente. Sia i redattori dei giornali che i lettori inizierebbero afarsi delle domande». A detta dell’edicolante, sarebbe una sorta difiltro preventivo controlefake news, simile a quello di Facebook che segnala le notizie false sul social. «Fatte le debite proporzioni, la logica è la stessa», ammette. Anche se questo rischia di essere un precedente molto scivoloso: da domani qualsiasi edicolante che non condivida la linea editoriale o il titolo di un giornale potrebbe fare disobbedienza civile e smettere di venderlo in modo arbitrario. «Ma il punto», prova a spiegarelui, «non è accanirsi controRepubblica o un altro quotidiano in base alle proprie idee. È piuttosto chiedere ai giornali di offrirci un’informazione attendibile. E poi un conto è fare titoli provocatori, altro è inneggiare a una persona che se n’è fregata delle nostre leggi».