il Fatto Quotidiano, 28 giugno 2019
Continua la caccia a Messina Denaro
LA POLIZIA di Stato di Trapani ha eseguito ieri una serie di perquisizioni a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna e Campobello di Mazara, finalizzate a colpire la rete di fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro e a raccogliere ulteriori elementi utili alla sua cattura. Diciannove persone sono indagate. Nel corso dell’operazione, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido, sono state eseguite decine di perquisizioni. Nel registro degli indagati sono state iscritte “vec – chie conoscenze”degli inquirenti: professionisti e uomini d’onore già condannati e ritenuti vicini al boss latitante. È solo l’ultimo blitz a caccia di tracce del capomafia ricercato dal 1993. Negli ultimi anni, la Dda del capoluogo ha messo a segno una serie di operazioni che hanno azzerato la rete dei favoreggiatori più stretti di Messina Denaro come diversi familiari del padrino (due cognati sono attualmente detenuti al carcere duro) e imprenditori che, secondo gli investigatori, ne avrebbero finanziato la latitanza. Ad esempio Vito Nicastri, re dell’eolico, piccolo elettricista che ha messo su una fortuna investendo nelle rinnovabili e che, per i pentiti, faceva arrivare il denaro al boss.