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 2019  giugno 28 Venerdì calendario

Anushka, 11 anni, genio

Ha solo undici anni, Anushka Dixit, e anche se non ha scoperto la relatività e va ancora a scuola, è più intelligente di Einstein. Anushka, che vive nella cittadina di Barkingside, vicino Londra, ha infatti totalizzato un punteggio record di 162 nella misurazione del QI (quoziente intellettivo), cioè il massimo che si può ottenere nei test di intelligenza preparati dal Mensa, l’associazione che riunisce i cervelli più brillanti del mondo. Secondo il Mensa, il punteggio che indica il genio è 140, una soglia abbondantemente superata da Anushka che ha anche scavalcato di due punti il grande astrofisico famoso per le sue ricerche sui buchi neri, Stephen Hawking. Che Anushka fosse una bambina fuori del comune, la madre Arti, 45 anni, casalinga, lo scoprì quando la figlia cominciò a parlare a soli sei mesi, copiando le parole dagli annunci pubblicitari visti in tv e ripetendole. Anushka ha chiesto alla madre di sottoporsi ai test d’intelligenza per sfida, dopo aver superato gli esami scolastici con voti massimi in tutte le materie: «Non c’è una materia che non mi piaccia» ha dichiarato Anushka ai giornali inglesi, «mi piace la poesia, l’Inglese, la matematica, e da grande vorrei fare il dottore, oppure lavorare nella finanza». Non avrà forse le idee chiare, Anushka, ma come biasimarla? Quando si eccelle in tutto, non è mica facile trovare la propria strada. Agli esami del QI del Mensa, nonostante Anushka fosse la più giovane – trovandosi a fianco di persone tra i 30 e i 60 anni – ha sbaragliato la concorrenza, totalizzando il massimo. Ora Anushka fa parte della super-elite dell’1% degli individui più intelligenti del mondo. Un’esperienza difficile? Macché: «Non è stato molto difficile, solo un po’. In uno dei test si doveva rispondere a 28 domande in 4 minuti, e il fattore tempo mi metteva sotto pressione. Miravo al massimo, ma temevo di aver sbagliato uno dei test non verbali. Quando mi hanno detto che avevo realizzato 162 sono scoppiata a piangere. Ero scioccata». Evidentemente essere dei bambini prodigio non vuol dire perdere la propria emotività, e di ciò non possiamo che rallegrarci.

IL FUTURO
Ma quale sarà il futuro di Anushka? Una volta, in classe, ha detto alla maestra che vuole diventare Primo Ministro, e potrebbe essere una grandissima chance per la Gran Bretagna, considerata la generale mediocrità della sua classe politica attuale. Anushka, come molte persone dall’intelligenza eccezionale, ha anche una memoria formidabile, e ha imparato tutta la tavola periodica degli elementi «senza uno scopo preciso, solo per capire come funziona la mia memoria». Una spiegazione che rivela di per sé un acume fuori del comune, molto più di qualunque meccanico test d’intelligenza, infatti cosa c’è di più profondo che desiderare di capire come funzionano la ragione e la coscienza? I grandi risultati di Anushka, la sua applicazione e determinazione sono state anche stimolate dalla grave malattia della madre, un cancro al seno: è per questo che Anushka, da grande, desidera abbracciare la medicina. D’altro canto, bisogna osservare che calcolare quantitativamente l’intelligenza resta una faccenda controversa, e se è vero che Einstein e Hawking, due geni indiscussi, avevano un QI altissimo, sono esistiti ed esistono “mensani” (così si chiamano gli appartenenti al club dei geni) che, a parte l’esibire con legittimo orgoglio il loro certificato, non possono vantare grandi scoperte o imprese. E poi, un’intelligenza così esplosiva è sempre un dono? E che ruolo avranno le enormi aspettative che Anushka, già diventata un caso mediatico, ora avrà sulle sue spalle? Non è detto che vivere con l’obbligo di dover dimostrare di essere dei geni coincida con la felicità, anzi. Per ora Anushka, infatti, ha superato di slancio tutte le prove della vita, ma ha solo 11 anni: cosa succederà quando, inevitabilmente, andrà incontro a una prima delusione, alle prime sconfitte? Come reagirà? La verità sembra essere che l’intelligenza calcolativa, matematica, non è sufficiente a vivere (e questo lo diceva anche Einstein). Ci vuole anche la cosiddetta intelligenza emotiva, la capacità di saper percorrere la vita nei suoi alti e bassi. Nulla lascia pensare che Anushka non abbia anche una grande intelligenza emotiva, e quindi speriamo per il meglio. Esistono geni gelidi, quasi disumani, come il fisico Paul Dirac che, se pure fornì contributi essenziali per la scienza, non si può dire fosse l’uomo più felice del mondo. Auguriamo pertanto ad Anushka di realizzare i suoi sogni, ma di considerarsi non un fenomeno della natura, bensì una persona normale.