La Stampa, 28 giugno 2019
In arrivo la Netflix dei videogame
Nel corso degli ultimi dieci anni le tecnologie di streaming hanno rivoluzionato prima l’industria musicale, poi quella televisiva e cinematografica. Presto potrebbe toccare anche al mercato dei videogiochi, un settore che oggi vale circa 135 miliardi di dollari a livello globale e continua ad avere ottime prospettive di crescita, grazie anche ai giochi per smartphone e tablet. La rivoluzione annunciata arriverà a novembre, quando Google lancerà Stadia, una piattaforma di nuova generazione che permetterà di giocare in streaming con videogame dalla grafica avanzatissima, gli stessi che oggi girano solo su costosi console pc da gaming.
Servirà solo un controller senza fili simile a quello della Playstation che si collega alla Wi-Fi di casa e poi un pc, un tablet, una tv con Chromecast ultra (il gadget di Google per lo streaming video) o uno smartphone (all’inizio solo i modelli Pixel dell’azienda). I giochi di Stadia si fanno partire nel browser Chrome e l’avvio è istantaneo, senza attese per il download: sarà semplice come far partire la puntata di una serie su Netflix. I giochi vengono elaborati in remoto nei datacenter di Google e inviati in tempo (quasi reale) sui dispositivi, che dunque non avranno bisogno di specifiche particolari, ma solo di una connessione a internet e di un display.
«Puntiamo a due target di videogiocatori - spiega Phil Harrison, vicepresidente di Google e general manager del progetto Stadia -. Il gamer che vuole giocare a titoli di ultima generazione, ma non può permettersi la console o il pc adatto, e gli appassionati che cercano sempre i migliori giochi e la migliore esperienza».
La resistenza di produttori di contenuti e distributori non sarà un problema. «A loro interessa raggiungere il maggior numero di giocatori - prosegue Harrison -. Con Stadia offriremo un pubblico ampio e la possibilità di programmare il gioco una volta sola per il nostro server e raggiungere comunque milioni di clienti».
Google è ben posizionata per riuscire nell’impresa grazie a una lunga esperienza nella gestione delle enormi moli di dati che ogni giorno transitano nei suoi datacenter. Non è un caso che i potenziali concorrenti di Google Stadia potrebbero arrivare da aziende con un pedigree analogo: Microsoft, Amazon e il gigante cinese Tencent. Il limite rimane quello della velocità delle connessioni di rete: per giocare a Stadia con la massima risoluzione serve una banda di 30 Mbps e un tempo di risposta basso, ma in Italia, ad esempio, la media è 15 Mbps. Harrison, però, è convinto che sia il momento giusto per scommettere in questo settore: «La qualità delle connessione è in crescita e i provider investono in infrastrutture. Inizieremo solo su Wi-Fi ma con il 5G il mercato si allargherà ancora, grazie a velocità e tempi di risposta paragonabili a quelle delle reti in fibra».