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 2019  giugno 28 Venerdì calendario

L’armadio diviso tra lei e lui

«Non è vero che noi donne accumuliamo più abiti. Io e Alessandro direi che siamo al 50% e la stessa regola la applichiamo quando viaggiamo con Otto (un van della Volkswagen), la nostra casa su ruote: lì dobbiamo proprio ridurre il bagaglio all’essenziale». A raccontare la nuova parità, almeno in fatto di ante di armadio, è Alice Agnelli, creatrice di contenuti e blogger di A gipsy in the Kitchen insieme al compagno Alessandro Madami, che, però, non è totalmente convinto che abiti e accessori in casa loro siano egualmente distribuiti. «Abbiamo imparato a fare spazio nei nostri armadi, così come nella nostra vita: la mente è più libera e le idee circolano meglio – continua Alice – E siccome spesso abbiamo più del necessario, doniamo le nostre cose oppure diamo parte del ricavato della vendita al canile dove abbiamo adottato Brie e Baku. Alessandro si veste spesso in t-shirt bianche e jeans, ma in verità è un accumulatore seriale».
I DETTAGLI
Sul fatto che gli uomini, ultimamente, sembrino essere molto attenti concorda anche la stylist Donatella Raggetti: «In fatto di vestiario lui è sempre più preparato, cosa che non accadeva fino a qualche anno fa. C’è chi vuole solo un certo tessuto per le camicie o chi vive solamente di su misura o, ancora, chi colleziona un certo tipo di pantalone». Come a dire che anche gli uomini soppesano attentamente i dettagli e sanno quanto possano fare la differenza.
Le ultime tendenze e i codici vestimentari hanno aperto un mondo tutto al maschile. Basta col solito completo declinato in blu, grigio o al massimo marrone. La fuori c’è un universo di colori e di varianti che prevedono accessori e calze in nuance eccentriche, pantaloni con pences ma anche cargo e modelli ispirati a quelli della palestra realizzati però in fibre nobili. Senza dimenticare una carrellata infinita di giacche destrutturate, a micro o macro fantasie, fino ad arrivare a quelle più simili ai cardigan, passando per giubbotti resistenti a ogni intemperie, e anche all’apocalisse. Rivestiti, però, dello stesso tessuto del cappotto del nonno, che è un pezzo vintage da tenere da conto, magari indossato con un paio di sneaker, da scegliere in una scarpiera che non teme il confronto con quella femminile. Se la cravatta non crea problemi, sicuramente parte dello spazio è occupato dall’immancabile zaino porta computer e da una serie di borse e borsone in pelle effetto usato, con la quale ogni moglie o fidanzata vorrebbe far un giro almeno una volta.
Nella sua colorata confusione la donna sembra accaparrarsi più spazio in casa, ma lui non è più disposto a cedere i suoi angoli, cura con solerzia e senza demandare ad altri i suoi acquisti e anche l’organizzazione del suo armadio, che si allarga sempre più e che non cede più cassetti o ripiani a lei. «Lo vedo con le mie clienti: hanno un legame quasi emotivo con alcuni abiti e tengono da conto quelli particolari, che per loro sono un valore da preservare e magari tramandare – racconta il couturier Luigi Borbone – ma se prima invadevano senza troppi problemi gli spazi del marito, adesso quella zona è off limits, così ripiegano su armadi dei figli ancora piccoli o addirittura espongono i loro beni più preziosi in salotto, tra il divano e il servizio della nonna».

IL SUPERFLUO
Le donne hanno ancora i guardaroba più ampi, ma gli uomini le marcano strette, parola di Elena Dossi, personal organizer: «Cerco di aiutare le persone a semplificare la loro quotidianità e una delle regole base è che uomini e donne devono avere spazi separati per i loro vestiti. L’altra è eliminare il superfluo. Ciò che non piace o non va più, ciò che è rovinato o gli infiniti doppioni si possono regalare o vendere. Bisogna fare i conti col passato, ma alla fine si ha un senso di leggerezza».
Una sensazione che ha provato poco tempo fa anche l’influencer Veronica Ferraro: «Ho fatto sistemare gli spazi della mia cabina armadio, ma spesso faccio pulizia e regalo parte del mio guardaroba. Mio marito, Giorgio Merlino, da una parte vorrebbe avere una casa più grande per avere più spazio per le sue cose, dall’altra però rema contro se stesso, spingendomi a fare shopping, possibilmente di qualità. Per questioni (anche) di lavoro occupo più spazi di lui, che, è maniacalmente ordinato e divide ogni capo per sfumatura di colore. Però colleziona scarpe: ne ha tante almeno quanto me». E se un uomo riesce a tenere testa a un influencer di moda nel sacro recinto delle calzature forse la parità nell’armadio è davvero vicina.