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 2019  giugno 27 Giovedì calendario

Sulle spalle di Umberto Eco

Personaggi. BATTISTA: è il rigido e compassato maggiordomo classico. La sua compostezza deve contrastare con il carattere del suo padrone Sartre; veste in modo eccentrico ma non frivolo; il suo volto e i suoi gesti sono improntati al più profondo disgusto. DODO: il classico gagà che va fiducioso verso l’esperienza esistenzialista. Egli pende dalle labbra del maestro [Sartre], ma più si va avanti meno convince e alla fine si riduce ad obbedire come una macchina. (…) BATTISTA – Signore, c’è un giovanotto che vuol vedervi. SARTRE – Fate entrare... DODO (Entra tutto sfarfallante; parla affrettato) – Oh maestro, quanto ho sognato di conoscerla! Ho tanto letto i suoi libri che mi piacciono un pozzo. SARTRE (cupo) – Senza fondo... DODO (sorpreso) – Senza fondo? SARTRE – Sì, col fondo viscido... Che schifo! DODO – Ma no... ma no, simpaticone! Ah, ah... intendevo dire che mi piacciono un fracco, un parecchio! Sa, io sono un tipo molto ganzo in società e simpaminizzo tutta sempre la ghenga che basta! Maestro io vorrei diventare esistenzialista!!! SARTRE – Bene, bene! Anche tu hai compreso che la vita è tutta uno schifo? DODO – Ma io veramente non ho compreso nulla... Solo che l’esistenzialismo è all’ultima moda, fa tanto «Boîte de Nuit», fa tanto orgia che mai e così ho deciso di venire qui. SARTRE – Bene: sappi dunque che la vita è nausea... beeh! DODO – Beeh! SARTRE – Ecco così... Ecco così. DODO – Beeeeh! (Mentre Sartre continua il discorso Battista comincia a servire succulente vivande). SARTRE – Sì, figliolo. E noi ci chiediamo: perché viviamo... (si siede), perché continuiamo a soffrire in questa valle di noia, di dolore (afferra una coscia di pollo)..., perché prolunghiamo questa nostra miserabile esistenza (addenta la coscia e continua a parlare a bocca piena) e perché non scendiamo nel nulla... (masticando). Noi sentiamo tutta l’angoscia dell’esistere. DODO – Sì, maestro. SARTRE – La vita, figliolo (un attimo di silenzio, poi) non è ben cotta! DODO – La vita? SARTRE – Ma no perbacco, questa carne! (…) SARTRE – Ecco! Ma per farti comprendere meglio il nostro ideale, ti condurrò alle boîtes di Saint-Germain-des-Prés, nel regno dell’Esistenzialismo. DODO – Oh grazie, maestro! SARTRE – Sì, ma prima devi vestirti a modo! Così sei troppo borghese, troppo normale! Levati quella giacca e quella cravatta... DODO (smarrito e balbettante) – L... la giacca? SARTRE – Sì, devi farti trascurato, devi farti «sciatto», devi farti «zozzo». DODO (lamentoso) – Zozzooo? SARTRE (urlando) – Sozzo, orrendo, disgustoso... dovrai essere il ritratto dell’angoscia, della noia, dell’orribile incertezza... DODO – Perché anche dell’incertezza? SARTRE – Perché nulla è certo... Ah! Noi siamo vittime di un inganno (ride amaramente). Un amaro inganno... una fregatura... tutta la vita è una atroce beffa. DODO – E chi è che ci beffa?... SARTRE (interdetto) – Già... chi è che ci beffa?... Battista!... BATTISTA – Signore? SARTRE – Chi è? BATTISTA (va alla porta) – Nessuno signore! SARTRE – Ma no!! Chi è che ci beffa? BATTISTA – Non saprei, signore! Forse... un burlone... SARTRE (distratto) – Ecco... un burlone (riprendendosi). Ma no! Coosa mi fai dire?! Insomma... è un inganno... e non se ne parli più... DODO (inebetito) – Sì... SARTRE (indaffarandosi) – Oh... Ecco... così... in maniche di camicia... sbottonato con la camicia fuori... un po’ spettinato... (esegue) Battista! La pattumiera... (Battista esegue) Ecco... (gli rovescia addosso la pattumiera) Così... zozzo... (gli rimbocca i calzoni etc.) Battista... il volatile... BATTISTA – Sì, signore... (esce). DODO (sempre più smarrito...) – V... v... volatile? BATTISTA (rientra con una gallina) SARTRE – Sì... Un volatile sul braccio... Sì, ecco... così... perfetto! Ora possiamo andare a Saint-Germain-des-Prés. DODO – Oh... maestro... Ora sono proprio un esistenzialista?... SARTRE (con disgusto) – No... ma sei un bel frescone!!!! —