la Repubblica, 27 giugno 2019
Il caos Palermo agita Ferrero
L’immagine dei dirigenti rosanero che, scortati dalla polizia, escono da una porta secondaria del “Barbera” mentre nel piazzale dello stadio i tifosi lanciano petardi e accendono fumogeni, è la fotografia del caos che vive in questo ore il calcio a Palermo. Una società della quale negli ultimi anni si è parlato più per le vicende giudiziarie e per i debiti, piuttosto che per i successi sul campo. Un club che a maggio scorso è passato dalle mani dei collaboratori più fidati di Maurizio Zamparini (attualmente ai domiciliari e in attesa del processo che si celebrerà il 2 luglio) alla Arkus Network dei fratelli Tuttolomondo la cui storia è ormai giunta al capolinea. La sorte del Palermo sembra segnata dalla mancata presentazione della fideiussione necessaria per l’iscrizione che, di fatto, ne sancisce la morte calcistica. Una fideiussione che è al centro di una disputa che vede da una parte la società rosanero che dice di essere truffata e dall’altra il broker che accusa il Palermo di non aver prodotto in tempo la necessaria documentazione. In mezzo la compagnia assicurativa bulgara Lev Ins. Insurance Company Ad che avrebbe dovuto materialmente emettere la fideiussione e che, dopo una riunione nello studio Alpa, presenterà oggi alla procura di Roma una denuncia contro ignoti affermando di non aver mai ricevuto l’incarico. Insomma, una fine ingloriosa per il Palermo che aveva anche annunciato di aver pagato gli stipendi dei calciatori dei quali però, sino a ieri sera, non c’era traccia nei conti correnti.
Una città in agitazione che sembra rassegnata a ripartire dalla serie D con una nuova società. Ipotesi che farebbe gola al presidente della Sampdoria Ferrero che vorrebbe ripetere l’operazione già fatta con Bari e Salernitana dai suoi colleghi De Laurentiis e Lotito.