Il Sole 24 Ore, 27 giugno 2019
La Nestlé mette il semaforo nelle etichette
Entro la fine anno sui prodotti Nestlé venduti in Europa apparirà la discussa etichetta a semafori “Nutriscore” che indica con lettere, dalla A (la scelta più salutare) alla E (meno salutare), e colori dal verde al rosso, la presenza nei cibi di frutta, verdura, fibre, proteine, zuccheri, sale, grassi saturi e non. Il punteggio viene calcolato per 100 grammi di prodotto.
«Gli europei vogliono sempre di più sapere cosa c’è negli alimenti e nelle bevande che consumano – dice Marco Settembri, Ceo di Nestlé Europa – e noi vogliamo fornire loro queste informazioni rapidamente e facilmente». La multinazionale svizzera è il primo tra i colossi dell’agroalimentare come Coca-Cola, Mars, Mondelez, PepsiCo e Unilever che volontariamente accelera su questa etichettatura. La Commissione europea da parte sua dovrebbe pubblicare entro fine anno un rapporto che fa il punto proprio sulle etichette nutrizionali semplificate in Europa.
L’annuncio di Nestlé ha immediatamente scatenato le proteste delle associazioni della filiera agroalimentare italiana, da Coldiretti a Federalimentare perché si andrebbero a colpire le tipicità del food made in Italy, dal parmigiano reggiano all’olio extravergine di oliva. «Conducono a scelte meno salutari e non rispettano la dieta mediterranea i sistemi di etichettatura che pretendono di classificare gli alimenti – rimarca Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare che boccia senza appello il modello dei semafori perché «non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme; una buona dieta si ottiene attraverso un’alimentazione varia e bilanciata, con un’appropriata assunzione di tutti i nutrienti». «È un sistema che fa il gioco di poche multinazionali che decidono di adottarlo per andare verso l’omologazione dell’alimentazione – aggiunge Luigi Scordamaglia, presidente di Filiera Italia -. Si mette a serio rischio la dieta mediterranea, modello di alimentazione che ha reso la popolazione italiana la più longeva al mondo insieme ai giapponesi».
Da non dimenticare che le multinazionali impiegano sempre più prodotti artificiali e di sintesi mentre i prodotti Igp e Dop seguono severi disciplinari che esaltano le proprietà nutrizionali. «Il consumatore deve essere lealmente informato mentre i semafori sono fuorvianti – spiega da New York Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano -. Così si segue il modello di dieta seguito negli Usa dove si concentrano le maggiori percentuali di casi di diabete, obesi e ipertesi al mondo “premiando” un modello di alimentazione che impiega prodotti di sintesi». Anche Coldiretti parla di inganno che rischia di sostenere modelli alimentari sbagliati. «Si tratta di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nella Ue per individuare un approccio armonizzato dopo il “traffic light” inglese e il Nutriscore francese – ricorda il presidente Ettore Prandini – ma anche quello a livello internazionale dove l’Italia ha recentemente sventato il tentativo di promuovere bollini allarmistici che avrebbero colpito le tipicità made in Italy in una risoluzione dell’Onu».
Da non sottovalutare inoltre gli effetti diseducativi che i semafori possono avere sui bambini e i soggetti meno preparati perché il verde viene considerato come il colore della sicurezza, il rosso del pericolo. In questo modo si crea nei consumatori la falsa convinzione che, per esempio, l’olio d’oliva che riceve un giudizio Nutriscore E (bollino rosso) sia nocivo mentre è un riconosciuto alimento salva cuore nonché patrimonio dell’Umanità.