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 2019  giugno 27 Giovedì calendario

Elogio della zanzara

Siamo in estate. E anche se a Milano il tema non conosce stagioni, certamente quello della zanzara rappresenta una delle epifanie di questo momento dell’anno. Si facesse un referendum sulle zanzare sarebbe certamente plebiscitario. Perché esiste la zanzara? Possiamo percepirne solo i lati fastidiosi e non intravediamo alcun motivo logico per la sua esistenza. A volte anche portatrice di malattie, quasi sempre gravi, disturba sonni e veglie di tutti noi e non teme alcuna forma di prevenzione o dissuasione. La zanzara è ostinatamente presente quanto, all’apparenza, inutile. Marginale nel marginale, senza alcuna giustificazione intelligibile e con innumerevoli aspetti di cui si farebbe volentieri a meno. Allora perché esiste? Forse il suo significato è proprio in questa lampante contraddizione. Forse la zanzara è lì per farci riflettere su quanto la nostra illusione di decidere il cosa e il come dell’esistenza sia frutto di una egoistica, voluttuaria quanto patetica illusione.
L’esistenza non necessità di utilità. Esistere è un diritto che si esercita in se stesso. Inalienabile e proprietario, come si usa dire dei software. Dal momento che esisti non servono certificati giustificativi. Esisti ed erediti immediatamente tutti diritti che questo fatto essenziale porta in sé. Questo modo assertivo dell’esistenza può anche risultare
Ssgradevole. Ma è sgradevole esclusivamente per la nostra propensione ad immaginarci padroni di qualcosa. Anche delle ragioni dell’esistenza.
Una filastrocca inglese recita una cosa simile a proposito delle mosche: «The Lord in his wisdom made the fly, and then forgot to tell us why». Tradotto: «Dio nella sua saggezza ha creato la mosca e poi si è dimenticato di dirci perché». Un gioco di parole per bambini.
Che porta con sé una mentalità totalmente fuori strada. Né Dio, per chi ci crede, né la natura per chi non crede in Dio, devono giustificare alcunché. E se sembra un atto di prepotenza da contestare, dobbiamo ricordarci che è l’atto su cui si basa ogni nostro singolo respiro. Il nostro essere non si è mai dovuto giustificare. E noi esistiamo sic et simpliciter perché le cose stanno così. I danni che combiniamo quotidianamente sorpassano di gran lunga le punture di tutte le zanzare del mondo. Quanto siamo ingiustificabili nell’esistere per questo? L’ingresso nell’esistere è un evento sempre sovversivo, sempre dinamico, sempre valido in sé. Con ogni forma dell’esistenza si stabilisce quindi un rapporto, con le inevitabili lotte e le contraddizioni che questo comporta. Ma senza perdere di vista l’unico fatto essenziale: tutto ciò che esiste possiede in ogni suo atomo il diritto di ciò che è.
Non c’è credo politico, filosofico, religioso che possa darci l’autorizzazione a stabilire la inutilità della zanzara come di ogni altra entità esistente. Figurarsi di un essere umano. Il problema sono le persone, non le fedi. Il problema è che ci si prende troppo seriamente finendo per credere di essere gestori della vita. Il nostro erigerci a giudici, in un mondo dove la gratuità dell’esistere viene distribuita a piene mani, è un gesto che sarebbe di una arroganza intollerabile se non fosse che alla sua radice vi è probabilmente una profonda stupidità.
Dovremmo ringraziare in ogni momento che la nostra oggettiva inutilità non sia stato motivo per negarci l’esistenza. Solo questo dovrebbe renderci gioiosi di fronte a ogni cosa. Ogni secondo meravigliosamente inutile che ci è regalato dovrebbe essere motivo di festa. Ingiustificato, pura dichiarazione di vita, regalo senza mezzi termini, giudizio senza appello sulla nostra piccolezza.
Viva la zanzara. Viva la vita.