il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2019
In crisi anche Jabil
» ROBERTO ROTUNNO N emmeno il tempo di vedere spiragli per la Whirlpool di Napoli che una nuova tegola si è abbattuta sull’industria campana: la Jabil, multinazionale delle telecomunicazioni, vuole licenziare 350 dei 700 lavoratori impegnati a Marcianise (Caserta). Lo ha detto lunedì ai sindacati, che ieri hanno scioperato per otto ore. Domani al ministero dello Sviluppo economico si terrà un incontro urgente per discutere di questa nuova crisi. LA MOSSA dell’impresa non era del tutto imprevedibile. Ha sorpreso, invece, per le dimensioni del taglio. La società americana, che produce componenti elettronici, in questi anni si è insediata nel territorio casertano attraverso una serie di acquisizioni. Una di queste nel 2015, quando ha preso lo stabilimento Ericsson di San Marco Evangelista, allora in grosse difficoltà. Anche in quell’occasione c’è stato un esubero di personale, e la trattativa con il governo Renzi ha permesso di mantenere 335 dei 400 addetti. Le uscite sono avvenute solo su base volontaria e dietro incentivo economico. Quell’accordo, tra l’altro, ha previsto l’impegno a non fare licenziamenti collettivi fino a marzo 2018. Appena è scaduto quel termine, però, la Jabil ha subito ripreso in mano le forbici per sfoltire ancora il suo organico. Questa volta l’obiettivo era mettere alla porta 250 persone per passare da 830 a 580 dipendenti. La raffica di riunioni al ministero è iniziata con il governo Gentiloni per poi diventare uno dei primi dossier sul tavolo del ministro Luigi Di Maio. Il 25 giugno 2018 è arrivata la nuova intesa: anche questa volta la Jabil si è impegnata a non licenziare nessuno, e avviare un percorso per ricollocare i lavoratori in sovrabbondanza in altre aziende che ne facessero richiesta. Queste ultime, tra l’altro, si sono anche impegnate a non licenziare i nuovi arrivati. Fino a oggi, però, solo in 120 hanno trovato un nuovo posto. Quindi in teoria permarrebbero 130 esuberi su 700. Ma per l’azienda la situazione si è fatta ancora più complicata, perciò ne ha aggiunti altri 220, portando a 350 il numero di licenziamenti. “Da diversi anni a questa parte –ha spiegato la Jabil – il sito di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante. I volumi si sono ridotti e le risorse sono rimaste sotto-utilizzate. Nonostante gli sforzi e a seguito di una lunga ed estesa disamina della capacità produttiva attuale e prospettica, si è resa necessaria un’ulteriore riduzione della forza lavoro entro settembre”. Secondo il segretario Fiom di Caserta Francesco Percuoco, questa scelta è un tradimento degli accordi con il ministero, perché “con l’accordo dello scorso anno la Jabil si impegnava a non licenziare”.