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 2019  giugno 26 Mercoledì calendario

Periscopio

Esame di politologia. «Il candidato spieghi la differenza tra premier ombra e premier nell’ombra». Dino Basili. Uffa News.Per questa gente la moralità diventa rigida quando il resto non lo è più. Coluche, Pensèes et anecdotes. Le livre de Poche, 1995.
L’epitaffio che io desidero avere è: «Guarito». Bret Easton Ellis, romanziere americano (Erich Neuoff). Le Figaro.
Io sono democristiano nel senso migliore della parola. Sturziano. Penso alla Dc che accoglie la pancia del Paese e si spinge verso sinistra, verso le classi meno abbienti. Io voto Pd, questo è il sogno della mia vita. Lo stesso di Berlinguer e Moro che ci hanno rimesso la vita per inseguirlo. Purtroppo c’è sempre un don Rodrigo che dice: questo matrimonio non s’ha da fare. Pippo Baudo (Goffredo De Marchis). la Repubblica.
Devo correre a scrivere settanta righe sull’omosessualità negli anni Cinquanta. Allora sì che si divertivano. Adesso, invece, è uno strazio. Sono terrorizzata dagli italiani. Più il paese corre verso l’autodistruzione, più loro adorano i propri carnefici. È come se si fossero trasformati in tanti piccoli lemuri che si precipitano entusiasti in fondo al burrone. Natalia Aspesi (Nicola Mirenzi). Huffington Post.
Quando i miei genitori si separarono avevo cinque anni, il tempo che era durato il loro matrimonio. Si conobbero in treno, mio padre vedovo, già con due figli e mia madre giovanissima. C’erano, tra loro, vent’anni di differenza. Penso che, alla fine, mia madre non sopportasse più la sua durezza. Decise lei di rompere e puoi immaginare cosa significava quella scelta per una donna ancora giovane, in un posto come Catania. Le voci, le allusioni, i sorrisetti. Ho odiato quella città. Giampiero Mughini (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Davigo usa frasi ad effetto come boutade. Intanto, però, incoraggia i tanti giustizialisti circolanti. A destra, a sinistra e nel mondo grillino dove Davigo ha numerosi fan. Un anno fa, corse voce che i cinquestelle lo volessero addirittura a Palazzo Chigi. Così come nel 1994, si disse che Ignazio La Russa aveva insistito per farlo Guardasigilli del primo governo di Silvio Berlusconi. Davigo è considerato di destra e le falene politiche gli hanno spesso girato attorno. Ma ha sempre rifiutato le avances, ripetendo che preferiva la toga al Palazzo. Non è di quelli che fanno la grancassa con le loro inchieste per finire in tv ed entrare in politica. Altra pasta, insomma, dai Pietro Grasso, Luigi De Magistris e, soprattutto, Totò Di Pietro. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.
Partiamo dal concetto di decrescita felice avanzato dai cinquestelle. Facciamo la decrescita? Bene, dobbiamo però sapere che l’economia non è locale, se ci sono Paesi come Cina o Usa che corrono a doppia velocità mentre io faccio la decrescita felice, devo rendermi conto che avrò delle conseguenze. Vogliamo veramente quello? A questo punto è molto probabile che i nostri nipoti dovranno essere al servizio dei cinesi che anziché decrescere felicemente si sono messi a correre e prima o poi si compreranno l’Italia e magari l’Europa. Massimo Perotti, a.d. di Sanlorenzo, numero uno al mondo delle imbarcazioni oltre i 30 metri (Piera Anna Franini). Il Giornale.
L’Italia è di sicuro il Paese con la più alta concentrazione di comprimari della gastro-storia: da Giovanni Di Lello, il cuoco di Edda Mussolini e Galeazzo Ciano, ad Aquilino Beneduce, che la sera del 9 settembre 1943 sfamò re Vittorio Emanuele III e il suo seguito, in fuga da Roma verso Brindisi dopo l’armistizio, fino a Giovanni Spaventa, che all’hotel Cipriani di Venezia servì i presidenti americani Jimmy Carter, Ronald Reagan e George Bush senior, quello francese François Mitterrand e il premier inglese Margaret Thatcher. Stefano Lorenzetto, scrittore. l’Arena.
Il romanzo di Dav Alfon (Sarà una lunga notte) comincia a Parigi, aeroporto Charles De Gaulle. Yaniv, giovane israeliano in vacanza, letteralmente svanisce sotto gli occhi di decine di persone. Rapimento? Forse. Unico indizio: qualcuno segnala una misteriosa ragazza bionda. Mentre la Sureté non sa dove mettere le mani, scende in campo una formidabile coppia di agenti segreti di Tel Aviv. Il colonnello Zeev Abadi, bruno, distinto, gentile, una notevole somiglianza con George Clooney, e la sua assistente Oriana, giovanissima e tostissima «operativa» dell’Unità 8200. Con questo romanzo fa la sua prepotente irruzione nel mondo della spy-story Dov Alfon, 58 anni, ex agente segreto, già caporedattore del quotidiano progressista Haaretz e della casa editrice Kinneret-Zmora, autore di uno dei più serrati, adrenalici thriller degli ultimi tempi. Giancarlo De Cataldo. la Repubblica.
Le fabbriche, la Pirelli, la Borletti, l’Innocenti, l’Alfa Romeo, la Richard Ginori (Milano, a differenza di Torino non è mai stata né economicamente né culturalmente monopolista) stavano ai bordi della città, come sentinelle operose, segnandone i confini esterni, così come le antiche porte, Porta Romana, Porta Ticinese («Porta Cicca»), Porta Venezia, Porta Ludovica, Porta Nuova, ne segnano i confini interni. Massimo Fini, Una vita. Marsilio, 2015.
Annunziate dallo stridio monotono, petulante e ansioso che le precede e le segue, le auto per dei pompieri sono passate come saette, prima una, poi un’altra, quindi una terza autompoma rossa fiammante con sopra scale, elmi, stivaloni corde e pompieri. Ecco una professione che avrei fatto volentieri. Il pompiere. Per capirlo, bisogna aver visto arrivare i pompieri durante un incendio, di notte. Achille Campanile, Cantilena all’angolo della strada. Rizzoli, 1989.
Marta aveva nostalgia dello scampanìo senza fine della vigilia delle sagre. Aveva anche nostalgia del tempo in cui le campane erano quelle di un popolo libero e di un paese felice, e non v’erano occupanti, ne’ tedeschi, né cosacchi, né partigiani, ma solo gente che viveva in pace, e non aveva l’anima strappata dalle ansie e dalle pene. Carlo Sgorlon, L’armata dei fiumi perduti. Mondadori, 1985.
Se qualche divetta ha la disavventura di essere libera, i paparazzi si scatenano alla caccia del suo amore segreto e continuano a fotografarla accanto all’autista, al bigliettaio del filobus a un passante qualsiasi e poi ci mettono sopra un bel punto interrogativo. Luca Goldoni, Esclusi i presenti. Mondadori, 1973.
L’uomo del Mezzogiorno non mente, ma si sbaglia. Non dice sempre la verità, ma crede di dirla. Alphons Daudet, scrittore francese.
Se l’uomo non si evolvesse, capirlo sarebbe facilissimo Roberto Gervaso. Il Messaggero.