ItaliaOggi, 25 giugno 2019
Periscopio
A.A.A. Cercasi nemico di buon carattere. Dino Basili. Uffa News.Oremus igitur. Preghiamo, preghiamo con tutto il cuore per i troppi fratelli tontoloni nostri, convinti ancora, e Dio non voglia per sempre, che Trojanopoli fossero le olgettine. Andrea Marcenaro. Il Foglio.
Finalmente è emersa alla luce del sole l’evidenza incontestabile di questa grande stortura che sono le correnti della magistratura.Claudio Martelli, ministro della giustizia (1991-1993). Qn.
L’intellettuale abbandona il Pci ma non ammette che quelli che non ci sono mai entrati avessero ragione. Eugenio Montale Giuseppe. Corsera. 1951
La mia attenzione cala dopo un minuto sicché se la gente che vuol parlare con me non riesce a farmi capire, in questo breve periodo di tempo, che cosa vuol propormi è fritto. Peter Thiel, nato in Germania, fondatore con Elon Musk di PayPal. 7.
Nel 1968 il libro La bomba P, 7 miliardi di uomini entro l’anno 2000 del biologo californiano Paul Ehrlich prevedeva delle carestie che non si sono mai verificate. Il progresso scientifico e tecnico ha seccamente smentito il maltusinesimo ecologista. L’India è passata da 500 milioni 1,3 miliardi di abitanti, la sua economia è decuplicata e la produzione di grano è quintuplicata. Bruno Durieux, Contro l’ecologisme. Editions de Fallois, 2019.
La cucina è sempre stata un mio pallino. Quando proposi un programma a Giorgio Gori, allora direttore di Canale 5, mi rispose che la cucina in tv non avrebbe mai funzionato. Ora, per la legge del contrappasso, si ritrova la cognata che la fa (è Benedetta Parodi, sorella di Cristina, la moglie di Gori). Antonella Clerici, conduttrice tv (Renato Franco). Corsera.
Per mesi ho molestato Natalia Aspesi per chiederle come è riuscita a superare, considerate le premesse, il trauma del governo Lega e 5 stelle. Si è riparata dietro l’età («ma che se ne fa dei pensieri di una decrepita come me?»), gli impegni asfissianti («devo scrivere degli articoli difficilissimi, non posso»), le feste organizzate all’improvviso nel tardo pomeriggio («ho invitato un sacco di gente a cena, mi spiace»), per cedere, infine, esausta: «Ma lei dà il tormento alle vecchie signore!». Nicola Mirenzi. Huffington Post.
Gli ospiti della villa di Positano di Franco Zeffirelli venivano portati dal cameriere Dorino nei negozi: costui gabellava di procurare sconti favolosi, faceva pagare i pezzi il doppio e pigliava la stecca dai negozianti. Però tutti (non io) in quella villa sono stati: era ospite generosissimo. L’ultima volta che parlò di me, dichiarò al Messaggero: «Isotta è un cretino». Peccato sia stato tanto ipocrita. Inutilmente. In questo, vedo un tratto di schizofrenia. Come vedo un tratto di psicopatia il suo aver affidato la sua Fondazione in mani non degne. Paolo Isotta. Fatto quotidiano.
Nel 1998, intervistai Tonini a Ravenna, di cui era stato arcivescovo, nel suo alloggetto dalle suore che lo accudivano come una teca del Preziosissimo Sangue. Magrissimo, pareva uno scricciolo in balia del primo soffio. Morì invece a quasi 100 anni, parecchio tempo dopo (2013). «Le racconto la mia presentazione di Biagi al papa», disse scegliendo lui come iniziare l’intervista. «Ecco, il giornalista Biagi, Santità. Insieme abbiamo combinato tante cose», ho detto. «Speriamo che furono belle», rispose il papa. E Biagi disse: «Abbiamo fatto in tv i 10 comandamenti». «Speriamo che non ne avete dimenticato nessuno», replicò il papa. «Nessuno», assicurò Biagi. «Vi ringrazio a nome di Mosè», concluse il papa. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.
Florenskij finì in un gulag e poi fucilato nel 1937. Fece in tempo a spedire delle lettere ai suoi familiari e amici. Quando le ho lette ho provato angoscia e ammirazione: la tenerezza nei confronti dei figli, il desiderio di lasciar loro un’eredità spirituale e morale di grande spessore; la serenità e la lucidità con la quale si rivolgeva ai suoi cari nelle tremende condizioni di vita che era costretto a subire. Ancora oggi tutto questo è per me un insegnamento e un esempio ai quali devo molto. Silvano Tagliagambe, filosofo (Antonio Gnoli). la Repubblica.
A volte mi capita di essere felice per qualche momento: un gatto che viene a strofinarsi tra le mie gambe, un cane che mi scodinzola, un bimbetto che mi sorride, un amico che mi telefona. Cose minime eppure enormi. Quanto l’infelicità di non riuscire più a godere d’essere vivo in questo mondo sgangherato che mette paura. Bruno Zanin, attore in Amarcord di Federico Fellini, Stefano Lorenzetto, scrittore. Corsera.
Avevamo vissuto, negli altri due decenni passati, un breve intervallo davvero anomalo, una piccola Bell’époque, senza saperlo? Credendo inoltre in una di quelle mutazioni decisive da cui non si torna più indietro, come non si torna più indietro dalle armi da fuoco o dai mass media, dall’elettricità, o dall’America: le illusioni del Progresso, poi dello Sviluppo, quindi della Crescita, successivamente (già scivolando) della Maturità, quindi della Tenuta... come quando si dava per finito il Medio Evo, concluse le oppressioni, sconfitti i pregiudizi, debellato il fascismo? Alberto Arbasino, Un paese senza. Garzanti, 1980.
La mattina mio padre ha mangiato zuppa sino alla fine degli anni Cinquanta, dopodiché si è convertito al caffè latte, ma con reticenza, come se stesse accondiscendendo a una finezza femminile. Lo beveva aspirando dal cucchiaio, come fosse la zuppa di sempre. Annie Ernaux, Il posto. L’Orma, 2014.
Un mese dopo la morte di Cecov, la Knipper ricomincia a scrivergli una lettera al giorno, e la prima lettera gliela scrive il 19 agosto del 1904: «Da molto tempo aspettavo questo momento. Sapessi com’è bello qui, in questo cimitero. Si sente l’odore della terra, il profumo degli alberi. Ho un grande, grandissimo, bisogno di scriverti, di raccontarti tutto quello che ho vissuto in queste settimane. Mentre ti scrivo, mi sembra che tu sia vivo, e, in qualche luogo, aspetti la mia lettera. Amore mio, tenero, caro amore, lascia che ti dica parole affettuose, lascia che ti accarezzi i tuoi capelli di seta». Paolo Nori, La grande Russia portatile. Salani Editore, 2018.
Il cavaliere procede a fatica. Le zampe del suo cavallo dentro, fino ai garretti, nello spesso strato di neve. L’animale è stremato. Ansima, schiuma. Il giovane Simone di Clarendon è costretto a scendere procedendo a piedi e strattonando per le briglie la bestia recalcitrante. Pupi Avati, Cavalieri che fecero l’impresa. Mondadori, 2000.
Sono le passioni che impediscono all’uomo di giudicare con rettitudine. Roberto Gervaso. Il Messaggero.