la Repubblica, 24 giugno 2019
Chiè Ekrem Imamoglu, il nuovo sindaco di Istanbul
Quando lo scorso marzo, nelle elezioni che poi in effetti ha vinto, è andato in campagna elettorale a Trebisonda, la città del Nord turco dov’è nato 49 anni fa, la sua visita ha surclassato e di gran lunga quella di Erdogan. Un successo inaspettato. Un segnale che il Sultano non ha colto, e fra i tanti errori che ha compiuto non è infine riuscito a sovvertire. Ora Ekrem Imamoglu rivincendo le elezioni amministrative di Istanbul, non per soli 13 mila voti risicati, contestati e annullati in precedenza, ma per oltre 700 mila di differenza con il suo avversario, mette una seria ipoteca sul futuro della Turchia rappresentandosi come un leader capace in futuro di poter vincere in tutto il Paese.
Con Erdogan, Imamoglu, a parte la g nel cognome che in turco si elide e non si pronuncia, non ha niente in comune. Nemmeno il tifo calcistico, dove il cuore del Sultano batte per il Fenerbahce, mentre il nuovo sindaco laico della metropoli è stato un dirigente del Trabzonspor di Trebisonda, appunto. E quanto l’uno è irascibile, assertivo, declamatorio, tanto l’altro appare pacato, riflessivo, tenace. Astuto, però. E determinatissimo. Al punto di non mollare di fronte alla faccia feroce del capo dello Stato il quale, contravvenendo al proprio altissimo incarico istituzionale scendeva in campagna elettorale e nei comizi lo chiamava «bugiardo» e il suo partito «immerso nel fango». Imamoglu, invece, era capace, come ha rivelato l’altro ieri nell’intervista rilasciata a Repubblica, di andare da Erdogan e chiedergli persino il voto: «Magari ora non me lo dai, ma quando vedrai di che cosa sono capace, alla prossima elezione finirai per votare per me».
Tosto, dunque. E non potrebbe essere altrimenti, per uno nato a Trebisonda, centro di “hamsi kafa”, teste d’acciuga, ricordando la specialità locale che significa anche “capa dura”. Il giovane Ekrem, dopo avere studiato business administration all’Università di Istanbul e poi completato un master in management, ha lavorato per l’azienda di famiglia impegnata nel settore delle costruzioni. Poi, in punta di piedi, è entrato in politica. Si è unito al partito repubblicano nel 2008, sei anni dopo è stato eletto sindaco del distretto di Beylikduzu a Istanbul, e infine, grazie a un ottimo lavoro, è stato scelto come candidato per fronteggiare Binali Yildirim, l’ex premier del fronte conservatore di origine religiosa fondato da Erdogan.
Imamoglu ha sedotto gli elettori. Il suo argomentare tranquillo e ragionato, ma ricco di intelligenza e d’astuzia, non è sfuggito. E la sua iniziale vittoria è stata una sorpresa più per gli avversari che per i suoi sostenitori. Avversari rimasti sorpresi dalla sua improvvisa ascesa nel conteggio dei voti e che, al 98,5 per cento delle schede, superando l’uomo del Sultano, avevano fatto bloccare lo scrutinio. Urne da controllare, annullamento delle elezioni e incarico revocato al nuovo sindaco. Il quale, caparbio, non ha mollato e si è ripresentato ai suoi elettori, questa volta a bordo di un bus elettorale che nei giorni scorsi si vedeva scorrazzare da un capo all’altro del Bosforo attraversando la città di continuo. Ora Imamoglu rischia di crescere, come politico. E di diventare un leader nazionale. In fondo, è la stessa strada di Erdogan, già sindaco della metropoli nel 1994. Ma, si augurano ora in tanti, magari con un percorso governativo molto diverso.
Chi è Ekrem Imamoglu, 49 anni, laico e uomo d’affari.
È entrato in politica nel 2008 nel Partito Repubblicano