Corriere della Sera, 24 giugno 2019
Qu Dongyu, il primo cinese a capo della Fao
L’elezione del primo cittadino cinese al vertice della Fao era nell’aria e non sorprende. Ma che Qu Dongyu, 55 anni, biologo di formazione e viceministro per l’Agricoltura nel suo Paese, abbia conquistato ieri al primo scrutinio il posto di direttore generale dell’Agenzia per l’alimentazione e l’agricoltura che ha sede a Roma, è il segnale che la capacità di Pechino nel raccogliere consensi nelle sedi internazionali non è (più) costruita sulle divisioni Nord-Sud del mondo ma risponde ai nuovi interessi globali del rinato Celeste Impero.
Qu ha ricevuto 108 voti su 191; la sua principale contendente, l’apprezzata diplomatica francese Catherine Geslain-Lanéelle (sarebbe stata la prima donna a dirigere l’organizzazione), 71; il georgiano David Kirvalidze, fuori dai giochi da quando gli Usa avevano deciso di sostenere la candidata di Parigi e della Ue, solo 12. Tra i primi a congratularsi con il nuovo direttore generale, il primo ministro italiano Giuseppe Conte e il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio. Auguri dovuti, certo: la Fao ha sede a Roma. Ma forse anche rivelatori di un approccio meno scontato del nostro governo quanto ai suoi «obblighi» d’alleanza. Negli ambienti diplomatici cinesi a Roma le bocche sono cucite su chi, in Occidente, abbia votato il candidato di Pechino. Tuttavia l’entusiasmo per questo traguardo è anch’esso senza precedenti: «Abbiamo vissuto una giornata storica», ci dice un anonimo funzionario dell’ambasciata. Fonti, sempre anonime, dell’Ue hanno spiegato all’Afp che Pechino ha condotto «una campagna aggressiva» in vista del voto. E diversi Paesi membri della Fao si sarebbero visti «miracolosamente» cancellare gli arretrati dovuti al bilancio dell’Agenzia mentre altri avrebbero ottenuto favori sui loro debiti. Una dimostrazione – ma non ci sono commenti ufficiali – dell’importanza attribuita dalla Cina alle arene internazionali. Ed è proprio questo che preoccupa gli Stati Uniti e molte cancellerie d’Europa.