La Stampa, 24 giugno 2019
Un’esperienza con gli immigrati di Torino
Francesco Vietti è un giovane antropologo torinese. Dieci anni fa, con la compagna, sceglie di vivere in uno dei condomini più conosciuti di Torino per la sua multietnicità. A Porta Palazzo, area-cerniera tra centro storico e la popolare Barriera di Milano, tutti conoscono il condominio di Corso Giulio Cesare 6 per essere la sede della «Moschea della Pace» dell’«Associazione Culturale Afaq», realtà che da 25 anni si occupa di integrazione per i musulmani torinesi e di progetti per le scuole. Ci vivono oltre 300 persone, in quattro scale accomunate da un ampio cortile.
Vietti ha osservato, con l’occhio da antropologo, l’umanità che vive nel suo palazzo. Ha deciso quindi di applicare un modello studiato sui libri: dimostrare che le storie delle persone, fatte di difficoltà e speranze, possono diventare fonte di ispirazione per conoscersi, ma soprattutto per capirsi reciprocamente tra culture diverse. La sfida ha portato a un primo risultato: i figli dei condomini sono scesi nel cortile per una festa che ha unito Mohammed a Francesco, Lucrezia a Jiao.
Vietti ha iniziato il suo esperimento cercando le informazioni storiche sul palazzo. È così andato nell’Archivio Storico, scoprendone la data di costruzione, il 1836. Ha ricostruito le attività che si sono susseguite nei decenni. Attraverso le testimonianze orali ha suddiviso in tre nuclei le categorie dei condomini: gli immigrati dal Sud d’Italia negli anni del boom; l’apertura al mondo a metà Anni 90 con l’arrivo di famiglie marocchine, egiziane, cinesi, rumene e nigeriane; la nuova residenzialità degli ultimi 10 anni, principalmente di giovani italiani. Vietti li ha messi a confronto, facendo condividere le esperienze. Ora le culture si stanno amalgamando. «Il venerdì si tiene la preghiera dei musulmani nella moschea, mentre nell’appartamento a fianco ascolto il mantra buddista – spiega Valeria Volpe, 54 enne, salernitana che si è trasferita qui con i cinque figli – e sono entusiasta».
Salvatore Romano, che ha 65 anni ed è un immigrato pugliese, vive in questo condominio dalla nascita. Ha ancora negli occhi i giochi tra bambini nel cortile. Un progetto che ha condiviso con Hassan El Batal dell’Associazione Afaq. È nata così la festa dell’8 giugno, intrattenuta dalla famiglia di artisti circensi che vive nel palazzo. I numeri del giovane equilibrista Davide Campagna e della sua compagnia, la «Circo FamigliaGroup», hanno incantato, parlando una lingua universale. «Perché – ha spiegato Valeria Volpe – la risata non ha confini».