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 2019  giugno 23 Domenica calendario

La disoccupazione al Sud

Quattro su cinque delle Regioni con il tasso di occupazione più basso in Europa sono nel Sud Italia. La quinta regione peggiore in graduatoria è la Mayotte. L’unica che fa peggio di quelle italiane, secondo gli ultimi dati Eurostat. Ma dov’è la Mayotte? In Africa, vicino al Madagascar, una regione d’oltremare francese. La classifica è un ritratto impietoso e allarmante del nostro mercato del lavoro. 
Le Regioni meridionali maglia nera in Ue hanno meno della metà delle persone tra i 20 e i 64 anni che ha un lavoro, mentre in Europa la media è del 73,1%. I numeri, che si riferiscono al 2018, vedono la Sicilia con il 44,1% di persone con lavoro, la Campania con il 45,3%, la Calabria con il 45,6% e la Puglia con il 49,4%.
Il livello di occupazione medio dello Stivale si aggira sul 63%, meglio della Grecia (59,5%) che tuttavia ha un minor divario tra le regioni rispetto a noi. Due esempi del gap tutto italiano nord-sud: l’Emilia Romagna è la regione più virtuosa con il 74,4%, insieme a Bolzano al 79%. Trenta punti più della Sicilia. 
Fanno meglio gli altri Paesi Ue: la Spagna è salita al 67% dal 59,9% del 2014 mentre l’Italia nello stesso lasso di tempo è passata dal 59,9% al 63%. Tra le Regioni nelle quali lavora la più alta percentuale di persone (nella fascia tra i 20 e i 64 anni) c’è quella che ospita Stoccolma con l’85,7% (l’intera Svezia è all’82,6%). A portare il Belpaese in fondo alla classifica ci sono anche le scarse opportunità lavorative riservate alle donne. In Italia, tra i 20 e i 64 anni lavora il 53,1% delle donne contro il 67,4% medio in Ue (il 75,8% in Germania). Ma anche qui ci sono differenze enormi tra Regioni: l’Emilia Romagna conta il 66,9% delle donne occupate (superiore alla media Ue), la Sicilia solo il 31,5%. In Campania sono occupate il 31,9% delle donne in età da lavoro, in Calabria il 33,5% e in Puglia il 35,6%.
Nella stessa fascia di età in provincia di Bolzano lavora il 73% delle donne mentre se si va a Stoccolma lavora l’84,3% delle donne (quasi in linea con gli uomini che sono all’87,2%).
Il Sud è in testa alla classifica anche per la percentuale di neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. Se in Europa la percentuale dei giovani tra i 15 e i 34 anni neet è al 14,1% in Italia è al 24,8% soprattutto a causa degli alti tassi nelle regioni del Sud (35,5%) e delle Isole (39%). In cima c’è la Sicilia che risale al 41,8 dopo due anni di calo superando anche la regione francese della Guyane (Sudamerica) scesa al 39,2%.
Il Mezzogiorno è indietro anche nella formazione: secondo i dati Eurostat riferiti al 2018 le persone che hanno al massimo il diploma di terza media sono il 32,7% tra chi ha tra i 30 e i 34 anni a fronte del 16,4% medio in Ue (36,2% nelle isole). Quelli che in questa fascia di età hanno una laurea sono il 21,3% (il 20,9% nelle Isole) contro il 40,7% medio in Ue (27,8% la media in Italia). 
Ed è alta anche la percentuale dell’abbandono scolastico con il 14,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni che non hanno alcun percorso formativo a fronte del 10,6% che è la media in Ue. A guidare la classifica dell’abbandono ci sono le isole italiane, con i ragazzi sardi (il 23%) e i siciliani 22,1%).