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 2019  giugno 23 Domenica calendario

I microfoni del Sud

La comunicazione è qualcosa che serve innanzitutto a fare la guerra ha scritto il sociologo della comunicazione Armand Mattelart. Eppure Giovanni Fiorentino in Dalla parte del suono. Radio, Sud e Meditteraneo 1943-1978 ci offre una testimonianza documentata di come in Italia essa sia servita ad accompagnare il compimento della liberazione anglo-americana, ma anche di come il Meridione si sia imposto come laboratorio mass-mediatico della libertà di espressione e della creatività dei nuovi mezzi di comunicazione segnando una singolare escalation dell’universo radiofonico dal dopoguerra fino alla fine degli Anni Settanta rivissuta con un piacere intellettuale e un orgoglio civile davvero intensi.
LE CARATTERISTICHELe radio meridionali della resistenza sono permeate dall’impronta di tre caratteristiche chiaramente individuate dall’autore. L’esperienza clandestina, polifonica, connettiva di radio Palermo, radio Bari, radio Napoli contro l’univocità del regime, costruisce una rete immateriale tra Nord e Sud, un rapporto di fiducia tra il popolo e le truppe americane con trasmissioni come L’Italia combatte, Calabrone e Il Bersagliere, controcanto al Commento dei fatti del giorno della radio fascista, marcando la frattura sonora contro il megafono del regime con l’immissione dei dischi della vittoria dell’Office War Information, dei ritmi volatili e sinuosi d’oltreoceano, del boogie-woogie e del jazz sullo slancio della sigla Moonlight Serenade e del sassofonista palermitano di Vito Bily Pantaleo appena rientrato dagli Stati Uniti al fianco delle truppe alleate.
L’ESPERIENZALa stessa esperienza polifonica, clandestina, connettiva continua anche dopo la guerra quando la scoperta della libertà si traduce in un enorme fermento creativo che incrina stavolta il monopolio della Rai. Anticipa tutti a Partinico nel 1970 Danilo Dolci con Radio Sicilia Libera e poi, accanto alle miriadi di radio palermitane ecco a Cinisi la voce sarcastica di Peppino Impastato che con il suo attivismo rivoluzionario fonda nel 1977 Radio Aut, totalmente autofinanziata.
A NAPOLINel capoluogo campano si fa la storia del nuovo consumo musicale. Pino Daniele bussa alle porte di Radio Napoli City con Terra mia e consolida il suo successo, fino alla pubblicazione del primo album nel 1977, con la multiforme Radio Kiss Kiss che manda a ripetizione Na tazzulella e café all’insegna dello slogan the rhythm of your life. Le radio locali tessono e innestano voci, mostrandosi carnalmente evocative, trasmettendo non solo onde sonore ma atmosfere ridando nuova identità all’Italia che ha creduto in se stessa negli anni difficili raccontata come in un breve ma toccante romanzo di formazione dal saggio di Giovanni Fiorentino.