il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2019
Aforismi di Leonardo
CLAMOROSIX
Tratti da Amore ogni cosa vince di Leonardo da Vinci a cura Gino Ruozzi (Interlinea).
Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire. Non mi pare che li omini grossi e di tristi costumi e di poco discorso meritino sì bello strumento, né tante varietà di macchinamenti, quanto li omini speculativi e di gran discorsi, ma solo un sacco dove si riceva il cibo e donde esso esca, ché invero altro che un transito di cibo non son da essere giudicati, perché niente mi pare che essi participino di spezie umana altro che la voce e la figura, e tutto il resto è assai manco che bestia.
•L’UOMO HA grande discorso, del quale la più parte è vano e falso. Li animali l’hanno piccolo, ma è utile e vero, e meglio è la piccola certezza che la gran bugia.
•L’OMO HA desiderio d’inten dere se la femmina è cedibile alla dimandata lussuria, e intendendo di sì e come ell’ha desiderio dell’omo, elli la richiede e mette in opera il suo desiderio, e intender nol pò se non confessa, e confessando fotte.
•CHI TEME i pericoli non perisce per quegli.
•CHI VOLE VEDERE come l’anima abita nel suo corpo, guardi come esso corpo usa la sua cotidiana abitazione, cioè se quella è sanza ordine e confusa, disordinato e confuso fia il corpo tenuto dalla su’ anima.
•SUGGETTO colla forma. Muovesi l’amante per la cos’amata come il senso alla sensibile, e con seco s’unisce e fassi una cosa medesima. L’opera è la prima cosa che nasce dall’unione. Se la cosa amata è vile, l’amante si fa vile. Quando la cosa unita è conveniente al suo unitore, li seguita dilettazione e piacere e sadisfazione. Quando l’amante è giunto all’amato, lì si riposa. Quando il peso è posato, lì si riposa. La cosa cognusciuta col nostro intelletto.
•LI OMINI e le parole son fatti. E tu, pittore, non sapiendo operare le tue figure, tu se’ come l’oratore che non sa adoperare le parole sue.
•SE BENE come loro non sapessi allegare gli altori, molto maggiore e più degna cosa allegherò allegando la sperienzia, maestra ai loro maestri. Costoro vanno sconfiati e pomposi, vestiti e ornati non delle loro ma delle altrui fatiche; e le mie a me medesimo non concedano. E se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori, ma trombetti e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati.
• SÌ COME IL FERRO s’arruginisce sanza esercizio e l’acqua si putrefà o nel freddo s’addiacia, così lo ’ngenio sanza esercizio si guasta.
•QUANDO Fortuna vien, prend i l’a man salva, dinanti dico, perché direto è calva.
•TRISTO È quel discepolo che non avanza il suo maestro.
•COME È PIÙ difficile a ’ntendere l’opere di natura che un libro d’un poeta.
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NESSUNA COSA è da temere quanto la sozza fama. Questa sozza fama è nata da vizi.
•EL SOLE non si move.
•INFRA ’L SOLE e noi è tenebre, e però l’aria pare azzurra.