il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2019
Dopo la sentenza per la Strage di Viareggio Moretti deve lasciare Ferrovie
Dopo la sentenza di condanna a 7 anni in appello per la strage di Viareggio (33 morti), ora Mauro Moretti – che per un decennio (dal 2006 al 2014) è stato il signore incontrastato delle Ferrovie – dovrà lasciare anche fisicamente l’azienda dove ha lavorato per una vita. Già prima di essere stato costretto a rinunciare all’incarico di ad del gruppo Fs, anche a causa delle polemiche collegate alla tragedia del treno, Moretti si era assegnato pure il ruolo di amministratore della Fondazione Fs, un incarico di livello minore (organizza treni-gita del weekend, coltiva la storia ferroviaria etc..). MA CHE GLI AVEVA consentito di poter disporre di un ufficio tutto per sé al piano terra del suo ex regno, nella sede della società a Villa Patrizi, proprio dopo l’ingresso principale. Soprattutto negli ultimi tempi Moretti, che nel frattempo aveva dovuto lasciare pure il ruolo di amministratore e direttore di Leonardo (l’ex Finmeccanica), è stato un assiduo frequentatore di quelle stanze delle Fs dove poteva contare sull’assistenza di una segretaria e dove spesso riceveva manager e dirigenti della vecchia guardia che non hanno mai troncato i rapporti con lui e che, anzi, hanno continuato a ritenerlo un punto di riferimento. I successori di Moretti, prima Michele Mario Elia e poi il renzianissimo Renato Mazzoncini, si facevano addirittura vanto di appartenere al club dei morettiani con un atteggiamento deferente, come se lo ritenessero ancora il vero padre-padrone dell’azienda costretto a farsi un po’ di lato non per demeriti, ma per una avversità in cui le sue responsabilità erano tutte da provare. Ora che anche in secondo grado i giudici hanno ribadito che le colpe di Moretti nella tragedia sono evidenti e gravi proprio perché era lui il capo indiscusso e incontrastato, il nuovo amministratore Gianfranco Battisti ha una carta in più per accentuare lo sganciamento della sua gestione dal morettismo dilagante. FORMALMENTE Moretti continua a conservare l’i n c ar i c o, ma tutti sanno che lo dovrà lasciare presto e con esso pure l’ufficio. Dal punto di vista d el l’etichetta societaria Moretti è in prorogatio, cioè la sua funzione è rimasta come congelata nel momento in cui è stata convocata ad aprile l’as – semblea di bilancio in attesa del verdetto sulla strage di Viareggio. Battisti con Moretti era stato chiaro: se la sentenza fosse stata di assoluzione, Moretti avrebbe potuto conservare l’incarico alla Fondazione. In caso contrario avrebbe dovuto lasciare l’incarico. Non è del tutto chiaro che succederà invece con la Carta di libera circolazione perpetua che poco più di un anno fa l’ex Mazzoncini consegnò a Moretti nel corso di una celebrazione in cui lo stesso Moretti fu applaudito a scena aperta da molti dirigenti di prima linea convocati per l’even – to. Quella carta dà diritto a Moretti, come agli altri dirigenti ferroviari andati in pensione, di circolare gratis su tutte le linee, su tutti i treni compresi i Frecciarossa per i quali è però richiesto un 15% di contributo sull’importo del ticket. Dalle Fs fanno notare che quella carta equivale al cavalierato, cioè è a vita. A Silvio Berlusconi il titolo di Cavaliere fu però tolto dopo la condanna definitiva.