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 2019  giugno 22 Sabato calendario

Pereira se ne va dalla Scala? La Bartoli lo segue

Cecilia Bartoli dà forfait alla Scala
“Va via Pereira? E io lì non canto più”
Alberto Mattioli
Va via Pereira? E io non canto. Ci mancava solo questa. Prima il tormentone saudita, petrodollari sì petrodollari no, poi la guerra di successione ad Alexander Pereira, un pasticcio gestito malissimo e ancora in attesa di un finale chiaro, perché si sa che arriverà Dominique Meyer ma non se e quanto Pereira sarà prorogato. Adesso, l’«affaire Bartoli», un’altra tegola sull’immagine del teatro.

Decisamente, alla Scala non c’è pace. Il nuovo fronte si è aperto giovedì sera sulla pagina Facebook della cantante d’opera più celebre al mondo, appunto Cecilia Bartoli. Nel post, la star informa «i cari amici e fan» che «ha preso atto del fatto che la Teatro alla Scala sta indicando che canterà il ruolo di Cleopatra nella nuova produzione di Giulio Cesare. Tuttavia, non è così. Cecilia Bartoli non parteciperà a questa produzione! (notare il punto esclamativo, ndr). Alla Scala è stato chiesto di correggere». Ma come? Il gran ritorno di Bartoli alla Scala era stato annunciato in pompa magna, e da lei stessa, il 24 maggio dell’anno scorso: progetto triennale su Händel, un’opera a stagione, prima il Giulio Cesare il 18 ottobre prossimo, in una nuova produzione di Robert Carsen, poi Semele nel 19-20 e Ariodante nel 20-21, che bello, il barocco torna alla Scala con la sua massima interprete, hip-hip-urrà.

Tutto cancellato. Da notare: le vendite on line per lo spettacolo si erano aperte proprio giovedì mattina. La sera, non c’era già più Cleopatra. Alla Scala sono caduti tutti dalle nuvole, visto che l’unico a saperlo era il sovrintendente-direttore artistico. Però Pereira, pare, non ne aveva fatto motto a persona. Il teatro ha replicato con un bizzarro comunicato che riporta uno scambio di messaggi fra Pereira e Oliver Widmer, baritono svizzero marito della diva, datato mercoledì 19. Widmer a Pereira: «Caro Alexander, Cecilia è scioccata dalla decisione di non confermarti (alla guida della Scala, ndr). In queste circostanze non ritiene di poter collaborare con il Teatro. Mi dispiace molto e spero che potremo incontrarci presto in un altro posto». Pereira a Widmer: «Solo con la calma si ottengono risultati e per le tre opere in programma con Cecilia spero di essere ancora sovrintendente. Non mi abbandonate». Widmer a Pereira: «Cecilia è solidale. Semplicemente non apprezza la decisione e preferisce pensare a un altro progetto con te in un altro posto». Amen. 
Saputa la notizia, chi aveva appena comprato il biglietto per la Bartoli (276 euro per un posto in platea) salvo scoprire poche ore dopo che la Bartoli non ci sarà, non ha gradito, diciamo così. Tipo due americani appositamente prenotati da New York. Apriti cielo, spalancati social: arrabbiatura e proteste generali.
Intanto Pereira recitava la parte del Maggiordomo nell’Ariadne auf Naxos. Poi si è tolto la livrea e si è difeso: «Siamo molto delusi». Siamo? «Carsen e io». Si figuri noi... «Capisco. Non avevo idea che Cecilia avrebbe pubblicato quel comunicato. Speravo davvero di convincerla». Bartoli aveva un contratto firmato? «No, lei non firma mai i contratti. Avevamo un accordo, però». Ma perché vendere i biglietti se già sapevate che Bartoli non ci sarebbe stata? «Non sapevo che le vendite aprissero proprio giovedì. E poi, se dovessi togliere un nome dal sito ogni volta che un cantante minaccia di non cantare...». Rimborserà i biglietti? «A chi lo chiederà, sì. E dire che ho lavorato tre anni per riportare Cecilia alla Scala». Infatti. Bartoli sarà anche la voce italiana più amata nel mondo, ma di certo non alla Scala. L’ultima volta che ci si è esibita, il 3 dicembre 2012, finì in una gazzarra di opposte fazioni.
Però dal Bartoli-gate escono tutti male. Per cominciare lei, che aveva preso un impegno non con Pereira, ma con la Scala. Poi lo stesso Pereira, la cui posizione già traballante non esce certo rafforzata. E infine il CdA della Scala per l’insensata decisione di non far gestire a Pereira le stagioni che lo stesso Pereira ha programmato. Questo è il primo forfait, ma potrebbe non essere l’ultimo. Resta, nello scambio epistolare fra il sovrintendente e il signor Bartoli, l’ipotesi di collaborare altrove. Girano rumors sul San Carlo, dove la sovrintendente è in scadenza e un progetto con Bartoli già c’è, anche perché lì l’applaudono invece di fischiarla. Pereira, andrà a Napoli? «Napoli? Ma no. Io adesso devo risolvere il problema a Milano». Chissà.