Corriere della Sera, 22 giugno 2019
Olimpiadi, Milano Cortina ci crede fino all’ultimo
Losanna A meno di 48 ore dal voto che deciderà chi tra Milano-Cortina e Stoccolma-Aare ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026, la caccia al voto degli indecisi diventa questione di vita o di morte. Lo si capisce bene quando il presidente del Coni, Giovanni Malagò, molla a sorpresa la delegazione italiana sul piazzale del Centro congressi per salire in auto con Franco Carraro e volare alla Salle Metropole per la cerimonia del Golden Rings organizzata dal Cio. «Mi scuso con tutti ma devo ancora convincere dei delegati». Stessa cosa avevano fatto poco prima Ivo Ferriani e Mario Pescante, membro onorario del Cio. A loro quattro spetta convincere gli indecisi e magari far cambiare idea ha chi ha già preso partito. Gli altri, tra cui il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il sindaco Beppe Sala, i governatori di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, restano per mezz’ora in attesa del pulmino che aveva sbagliato strada.
Giornata di prove per la delegazione italiana in vista della doppia presentazione ufficiale (tecnica la mattina, «emozionale» la seconda) che si terrà lunedì davanti agli 82 delegati del Cio. Erano 83, ma c’è stato il forfait di un’atleta canadese che probabilmente avrebbe votato per Stoccolma. Poco cambia perché la soglia per la vittoria è sempre ferma a 42 voti. «Ci sarà più di una sorpresa» dicono fonti del Coni. Mezz’ora per convincere i delegati. Parlerà il premier Giuseppe Conte, ci sarà un duetto in inglese tra Sala e Zaia. Interverranno cinque atleti: sicuramente Sofia Goggia e Arianna Fontana. Molto probabilmente non ci sarà Alberto Tomba, un forfait dovuto a motivi famigliari. A parlare saranno soprattutto le immagini del video. Altrettanto farà Stoccolma. Ieri, le due delegazioni si sono incrociate nel Centro congressi. Molto fair play e pochissime parole. «Buona fortuna», «Lycka till».
Pazienza
Malagò non si sbilancia: «Stiamo lavorando, abbiate pazienza e fiducia»
Il riserbo è d’obbligo. Nessuno si sbilancia. Malagò si limita a una frase di circostanza: «Stiamo lavorando, abbiate pazienza e fiducia. Il clima è buono ma deve essere obbligatoriamente buono». Per Giorgetti solo una battuta: «La mia unica preoccupazione era che gli svedesi portassero a Losanna gli Abba. Non li portano e allora sono tranquillo». Anche Sala incontrerà i delegati Cio: «La principale leva che userò negli incontri con gli indecisi sarà l’esperienza di Expo. Il modello organizzativo usato per l’esposizione universale. Servirà a rassicurare chi ha ancora qualche dubbio perché le promesse sono una bella cosa, ma noi abbiamo questa testimonianza». Si augura che il voto sia basato sul dossier e non su altre motivazioni. «È vietato dal Cio fare riferimenti specifici alla candidatura altrui ma non è vietato dire che il nostro dossier appare decisamente migliore». Gli fa eco Zaia: «Penso e spero che la politica resti fuori, noi vorremmo confrontarci seriamente sul dossier e le scelte tecniche. Poi immagino che ognuno abbia i propri innamoramenti però spero che vinca il dossier». Per Attilio Fontana, presidente della Lombardia, le parole d’ordine sono due: «Prudenza, perché in questi casi non può essere diversamente, e moderato ottimismo perché siamo consapevoli di poter contare su una proposta di qualità». Finalmente arriva il pullman. Tutti alla Cerimonia del Golden Rings per portare a casa l’ultimo voto utile. Oggi si replica.