la Repubblica, 23 giugno 2019
Iolanda, morta a 8 mesi, il corpo pieno di echimosi, lesioni, escoriazioni, lacerazioni e ustioni. Indagati i genitori
La sirena dell’ambulanza rompe il silenzio del piccolo comune di ottomila anime alle pendici dei Monti Lattari. Da Sant’Egidio del Monte Albino sfreccia verso l’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. A bordo c’è Iolanda, una bimba in agonia. Ha appena otto mesi, il corp icino è pieno di lividi, lesioni, ferite aperte. Un soccorso chiamato troppo tardi. La neonata muore appena arrivata in ospedale, non servono a nulla i tentativi di rianimarla.
Balza agli occhi l’anomalia di quella morte, quando non è ancora giorno si avvia l’indagine della polizia coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore e inevitabilmente il faro si accende sui genitori della piccola Iolanda – Giuseppe Passariello e Imma Monti – che entrano in commissariato alle prime luci dell’alba e ne escono soltanto a notte fonda. Il referto dei medici è raccapricciante: «Il lattante presenta edema al volto ed ecchimosi al collo con escoriazioni. Lesioni simili ad ustioni sui palmi delle mani e i dorsi dei piedi. Lesioni con afte e ulcere al cavo orale». Per i genitori Iolanda era gravemente malata – non è però mai stato chiamato un pediatra – e davanti agli investigatori si accusano a vicenda per aver trascurato la piccola. I due sono ora indagati per omicidio, perché possano nominare un legale e un perito prima dell’autopsia che è stata fissata per domani. Di fatto è certo che, qualunque cosa sia successa, solo i genitori – la madre si è sentita male durante l’interrogatorio – potranno chiarire quanto avvenuto tra le pareti domestiche. Se si appurerà che sono loro i responsabili della morte di Iolanda, l’Italia raggiungerà un triste primato. Perché da gennaio si tratterebbe del quinto caso di bimbo, anche piccolissimo, ammazzato da chi lo ha messo al mondo. I precedenti a Cardito, Cassino, Milano, Novara.
«I genitori di Iolanda vivono nella mia comunità da circa due anni. Li ho sposati io circa un anno e mezzo fa – commenta addolorato il sindaco di Sant’Egidio di Monte Albino, Nunzio Carpentieri – Ho sempre saputo delle loro difficoltà economiche, ma non ho mai sentito parlare di violenze».
Iolanda è nata in una famiglia povera e difficile. Mamma di Angri, papà originario di Pagani. Nessun lavoro, il papà con un passato in comunità per problemi legati alla tossicodipendenza. Due bambini, la piccola Iolanda nata otto mesi fa e un fratellino di quattro anni (quest’ultimo ora affidato ai nonni). Condizioni che il sindaco Carpentieri definisce «di fragilità, una situazione della quale immediatamente i nostri servizi sociali si erano fatti carico, attivando da un lato le procedure per consentire l’accesso a dei piccoli contributi e sostenere economicamente il nucleo familiare, dall’altro segnalando all’autorità competente questa particolare situazione».
Per quel problema di tossicodipendenza, su disposizione della Procura di Nocera Inferiore, era stato quindi attivato un monitoraggio della situazione per capire se dovessero essere messi in pratica provvedimenti a tutela dei due bambini. E pur senza denunce di violenza in famiglia, dicono oggi i vicini di casa: «Sentivamo spesso liti violente. La mamma veniva picchiata, l’avevamo capito, ma lei non aveva mai denunciato il marito». Così ieri l’interrogatorio dei due genitori, coordinato dal pm Roberto Lenza, si è protratto per ore, facendo emergere contraddizioni e tensioni nell a coppia.
— ha collaborato Andrea Pellegrino
La coppia si difende: era malata da tempo Ma non avevano mai chiamato un pediatra I vicini: in quella casa botte e urla, ma lei non voleva denunciarlo
.