ItaliaOggi, 22 giugno 2019
A Berlino gli alberghi non trovano giovani
A Berlino si apre un nuovo hotel ogni dieci giorni, di classe superiore, almeno quattro stelle. La Germania attrae sempre più turisti, e le fiere sono quasi sempre leader mondiali nel loro settore. Nella capitale non troverete posto il prossimo gennaio per la Grüne Woche, la settimana verde, la più grande fiera dell’agricoltura, e neanche a febbraio per la Berlinale, il festival del cinema. A Francoforte, per andare alla Buchmesse, la fiera del libro, avreste dovuto prenotare già lo scorso ottobre. Arrivano comitive di cinesi e giapponesi, i russi preferiscono i cinque stelle. Gli italiani, si sa, amano l’Oktoberfest a Monaco. Ma l’industria turistica non riesce a svilupparsi come sarebbe possibile per mancanza di personale. I giovani non vogliono lavorare in albergo.Gli apprendisti si sono dimezzati negli ultimi dieci anni: erano 107 mila nel 2007, e sono crollati a 53 mila nel 2017. Non esistono dati precisi più recenti, ma la Deutscher Industrie und Handelskammertag (Dihk), la camera di industria e commercio, ritiene che l’anno scorso la metà degli hotel non sia riuscita a trovare giovani per occupare i posti vacanti. Il 40% dei candidati abbandona il periodo di prova, soprattutto a causa dell’orario di lavoro, che comincia alla mattina presto e può finire a tarda sera, senza contare i week-end, di rado liberi. I turisti arrivano al venerdì sera e se ne ripartono la domenica, e si richiede la presenza del personale al completo.
È una carriera promettente per un giovane, in una decina d’anni i più bravi arrivano al vertice, diventano direttori d’albergo. E gli italiani erano i più ricercati, per anni erano italiani il direttore dell’Adlon, il primo hotel di Berlino e uno dei migliori al mondo, e il portiere del Kempinski, diventato una leggenda perché risolveva tutti i problemi degli ospiti, anche i più capricciosi. Non è possibile improvvisarsi, bisogna aver frequentato una scuola alberghiera, e conoscere le lingue, ma oggi gli hotel sono disposti ad assumere anche giovani non ancora preparati.
La paga all’inizio non è molto alta e varia da regione a regione. Un apprendista può contare tra i 675 e gli 870 euro al mese, più in genere vitto e alloggio. E al primo impiego fisso, si parte da poco più di 1.600 euro al mese, o 2.300 al massimo. Ma i più bravi dopo poco tempo arrivano al doppio.
Le grandi catene si difendono meglio. «Da noi resta l’80% degli apprendisti», dice Dagmar Mühle, direttrice dell’Hilton all’aeroporto di Monaco. «La nostra società è in contatto con le scuole della Baviera, e spieghiamo ai liceali il nostro lavoro, e le prospettive». Naturalmente, il lavoro in un albergo modesto è meno allettante, e la mancanza di personale sta creando gravi difficoltà agli hotel in provincia. I piccoli esercizi, le pensioni chiudono perché i figli dei proprietari non sono disposti a proseguire la tradizione di famiglia. «Noi riusciamo ad attrarre», aggiunge Frau Dagmar, «perché offriamo la possibilità di fare esperienza e di migliorare le lingue all’estero. E questo seduce i giovani».