il Giornale, 22 giugno 2019
Se il Vesuvio erutta...
Negli stadi, forse, si continuerà a sentire, ma al di fuori del calcio uno dei cori più odiati dai napoletani («Vesuvio, lavali con il fuoco») sembra ormai superato dai fatti. Perché da ieri, con l’ultima firma degli accordi di gemellaggio tra la Campania e le altre regioni italiane, è stato messo a punto un piano di evacuazione di massa, stabilito dalla protezione civile, che in caso di eruzione del Vesuvio, uno dei crateri più pericolosi al mondo, considerata l’elevata popolazione delle zone circostanti, nel giro di 12 ore sarà in grado di smistare circa un milione e 200mila residenti in tutta Italia. Anche al settentrione, con il Veneto in prima fila tra le regioni pronte ad accogliere gli sfollati, ora che la Lega ha cancellato il Nord dal suo simbolo ed è diventata una forza nazionale e l’indipendenza della Padania non è più un obiettivo.
I tempi cambiano e la risposta messa a punto per rispondere ad un’emergenza che ci si augura non si verifichi mai ma che non è affatto esclusa dai geologi, si allinea a questo clima di riappacificazione nazionale. È dal 1984 che se ne parla, ma adesso la pianificazione di una eventuale emergenza Vesuvio è stata messa nero su bianco con vari protocolli di intesa, appunto anche con il Veneto, regione in cui il partito di Salvini ha il record di consensi. «Nel caso ci fosse un’eruzione del Vesuvio il Veneto sarebbe pronto ad accogliere gli sfollati esattamente come nel caso di qualsiasi altra calamità nazionale e in numero definito dalla normativa nazionale che, in questi casi, prevede un’equa distribuzione tra le regioni», spiega l’assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin. In Veneto in particolare andrebbero circa 32mila napoletani, in Lombardia 100mila e nel Lazio 60mila. Sono 31 i comuni interessati compresi nella zona rossa dell’area vesuviana e 7 di quella flegrea. «Questo è il federalismo che ci piace», commenta il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Fatti, non solo parole in un territorio geologicamente a rischio come quello alle falde del Vesuvio. Adesso che i protocolli sono stati firmati si terrà anche un’esercitazione nazionale. È in programma dal 16 al 20 ottobre nell’area dei Campi Flegrei per preparare gli operatori che dovranno coordinare gli abitanti colpiti da un’eventuale calamità naturale a cosa fare in caso di evacuazione. «Sarà la giusta occasione per testare anche questo tipo di attività in raccordo con tutte le strutture regionali di protezione civile, i Comuni, la Regione Campania», ha detto il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Per il momento si eserciteranno solo volontari, forze dell’ordine, responsabili del coordinamento delle operazioni e solo un migliaio di cittadini. A settembre inoltre comincerà una campagna di comunicazione che informerà i cittadini dove recarsi in caso di emergenza. Moltissime le regioni che hanno partecipato ai gemellaggi, anche le isole e il piccolo Molise.