la Repubblica, 22 giugno 2019
Trump non fa guerre
Se c’è un lato buono dell’isolazionismo di Donald Trump, lo abbiamo visto in azione. Il ripensamento che ha portato il presidente a bloccare un attacco contro l’Iran – rappresaglia per la distruzione di un drone Usa – è coerente con il suo slogan preferito. America First non vuol dire soltanto nazionalismo. Dare la precedenza ai problemi dell’America, alla salute dell’economia, alle preoccupazioni degli elettori, significa rinunciare a fare il gendarme del mondo. Trump non ha mai dimenticato un dato elettorale: gli ultimi due presidenti, gli americani li hanno scelti tra coloro che si erano opposti all’invasione di George W. Bush in Iraq nel 2003. Barack Obama vinse la prima battaglia, per la nomination democratica nel 2008, contro Hillary Clinton perché quest’ultima pagò il suo voto favorevole alla guerra. Trump ha avuto ondeggiamenti e contraddizioni ma nell’insieme è stato tra coloro che consideravano l’invasione dell’Iraq una mossa disastrosa. Da quando è lui alla Casa Bianca, si è circondato di falchi in politica estera: prima Steve Bannon poi John Bolton. Però ha spesso ignorato i loro consigli. Su Bolton ama ironizzare: «Fosse per lui saremmo già in tre o quattro guerre». L’istinto di Trump non è quello del grilletto facile. Può usare un linguaggio minaccioso e lo ha fatto più volte, contro l’Iran o la Corea del Nord o il Venezuela. Ma tutti quelli che hanno gridato all’aggressione Usa – vedi Maduro – hanno agitato allarmi al vuoto. Lo stesso vale per tanti media progressisti. Per un paio di mesi a leggere la stampa liberal negli Stati Uniti pareva che l’intervento militare in Venezuela fosse alle porte. Non c’è stato. Trump predilige un altro tipo di colpi di scena: l’improvviso disgelo con Kim Jong Un, nel quale continua a credere malgrado i risultati modesti. L’isolazionismo è un’antica tradizione della destra americana: furono i conservatori a boicottare la Società delle Nazioni dell’idealista democratico Woodrow Wilson. Fu un democratico progressista, Franklin Delano Roosevelt, a implicare l’America negli affari mondiali. L’isolazionismo può non piacere a chi, come gli europei, si era abituato a vivere di rendita sotto una sicurezza garantita dalla spesa militare americana. Ci sono tanti risvolti negativi, in questo ripiegamento dell’America su se stessa. Però isolazionista e guerrafondaio non sono la stessa cosa, di solito. – F.Ramp.