il venerdì, 21 giugno 2019
Che il cane sia con voi
Inutile nascondersi: i tenutari di rubriche, tanto più se di neuro-indizi, si abbandonano facilmente alle suggestioni. Per cui osservando la foto qui sotto, scattata e postata su Facebook dal fotografo Rocco Di Nota nella chiesa patronale del piccolo centro ciociaro di Santopadre, ci si sarebbe posti di fronte all’interrogativo: ma gli animali, in particolare i cani, hanno un’anima? Non si ha ovviamente la pretesa di rispondere. Tutto lascia pensare che sulla faccenda generazioni di teologi si siano rotti la testa. Diverse religioni, d’altra parte, considerano alcune bestie, se non dotate di contenuti spirituali, certamente sacre e forse anche sante, nel senso della vicinanza a Dio; ma altri animali sono bollati come impuri, Dio ne scampi, e vabbè. Per quanto riguarda i cattolici, un breve soggiorno sulla rete permette di constatare che, a parte un turboanimalista come Francesco da Assisi, diversi altri santi hanno avuto buoni rapporti con le bestie, tanto da venir rafigurati nelle sacre iconograie insieme con dei cani: da San Filippo Neri, che girava per le vie di Roma con Capriccio, a San Giovanni Bosco, che ebbe Rex, pure detto il Grigio, a San Rocco, con Reste, passando per i due San Bernardo, di Chiaravalle e d’Aosta (al secondo si deve il nome dell’utile razza di soccorritori da valanga), e poi via San Lazzaro, San Cristoforo, San Domenico, San Vito e Santa Francesca Romana, pure gattara. E tuttavia, atterrando dal Paradiso in terra ciociara, non solo la foto è bella, ma la bestiola ritratta sotto l’altare, Lady, ha un muso dolce, uno sguardo curioso anche se un po’ apprensivo ed enigmaticamente tenero. Da testimonianze raccolte, la randagia Lady è finita la prima volta in chiesa per lo spavento dei botti alla festa patronale, ma poi lì si è trovata bene, il parroco don Giuseppe l’ha accettata e non prevedendo il diritto canonico regole precise, eccola tornare a messa tutte le domeniche. Narrazione che ricorda parecchio la commovente leggenda di Italo, altro misterioso randagio comparso nella città siciliana di Scicli, e rivelatosi a tal punto dedito alle sacre funzioni da estendere la sua presenza a processioni, matrimoni e funerali, fino a diventare una specie di simbolo della città, oltre che protagonista di un documentario. E di nuovo viene da chiedersi: non sarà che queste creature hanno da trasmetterci qualcosa di speciale, magari da Lassù? Boh. Certo, in termini più laici, da Esopo a Trilussa, gli animali hanno sempre molto da insegnarci, e il sospetto è che dipenda dal fatto che paiono bufi. Pungolo e sollievo del neuro-rubrichista, l’allegria aiuta a ringraziarli: per la sorpresa che ispirano, ma anche per l’accoglienza che in modo più o meno esplicito riescono ad ottenere.