la Repubblica, 21 giugno 2019
Sul set di "Si vive solo una volta", il nuovo film di Verdone
Il Papa, anche lui si fa curare da loro, i fantastici quattro della medicina: «Viene da noi di notte per farsi la risonanza magnetica, ha un problema alla cistifellea». Carlo Verdone è Umberto Gastaldi, grande internista alla guida di un équipe chirurgica d’eccellenza composta dal suo secondo Corrado Pezzella (Max Tortora), dall’anestetista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta). Straordinari professionisti sul lavoro e persone disastrate nel privato, amici inseparabili, coalizzati contro il povero Lasalandra, bersaglio mobile di scherzi al limite – spesso travalicato – della cattiveria (uno di questi tiri atroci chiamerà in causa anche Repubblica). Malattie e cura, vita e morte, corsie e bordate e, poi, qualcosa (di non svelabile), “un’esigenza”, che li metterà in viaggio verso Sud, per quattro avventurosi giorni ferragostani fatti per cambiarli, verificarli. Parte così spedito il nuovo film, il ventisettesimo di Verdone, scritto con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino, Si vive una volta sola, «una storia di amicizia, piena di colpi di scena, ma anche un inno alla vita». Di nuovo c’è che si gira in Puglia, regione inedita per la sua filmografia, ed è proprio qui che apre per la prima volta il suo set, in una bianchissima masseria di Otranto, placidamente affacciata sui laghi Alimini, con il salmastro nell’aria e il sole affilato sulla testa. «Spero di renderla bene la Puglia, qui ho trovato tutto e sono felice». Come felici per questo sono il presidente della Regione Michele Emiliano e il sindaco di Bari Antonio Decaro, in conferenza stampa; ci sono anche i produttori Filmauro, Aurelio e Luigi Jr De Laurentiis, quest’ultimo anche presidente del Bari calcio. A sostenere il road movie, che percorre la linea di mare che va da Bari a Otranto passando per Polignano, Monopoli, Porto Badisco e Santa Cesarea, sono le agenzie regionali Apulia film commission e Puglia Promozione. «Io interpreto una strumentista, molto femminile ma non dolce né sdolcinata, più alfa del maschio alfa, che sa stare al gioco con intelligenza», spiega Anna Foglietta, nata lo stesso anno di Un sacco bello, «cresciuta a pane e Verdone». A Papaleo è toccato «fare da punching ball, un personaggio fragile e paziente, uno dei miei più completi per il quale sono dimagrito di quindici chili, che a dirlo ci si fa sempre una bella figura». Infine Tortora, per Verdone «un antidepressivo naturale; ricorda tanto il Franco Fabrizi dei film di Fellini, un cialtrone, cinico ma umano, un uomo da circolo, con i pantaloni rossi da Capri, piacione e rompicoglioni». Un gruppo di amici, scherzi feroci, scatta d’obbligo il richiamo al monicelliano Amici miei che Verdone finisce per accogliere («ma sì, c’è quella dinamica divertente»). Per Aurelio De Laurentiis (che ha, tra l’altro rifiutato di cedere i diritti di Amici miei al gruppo Ballandi per un format) è più Il grande freddo, per Papaleo più Compagni di scuola, la stessa coralità. «È anche un film teatrale, molto dialogato, con pezzi alla Pinter. Per il mio ruolo non posso poggiarmi né al dialetto né alla maschera ma devo far ridere con la mia normalità: sono io», racconta il regista attore. Questa volta si fa il regalo di interpretare un chirurgo, finalmente con il bisturi in mano, lui che è un campione delle diagnosi («ho salvato la vita a più di un amico»). E se Si vive una volta sola «è, come il carpe diem, un invito ad afferrare i momenti belli della vita», tra questi ci finiranno queste giornate di set, con il passo, tra finzione e realtà, di una vacanza. In questa calda estate pugliese gireranno ancora per quattro settimane, e si uscirà al cinema il 12 febbraio.