la Repubblica, 21 giugno 2019
Toninelli e la guerra dei pedaggi
L’Autorità dei Trasporti rivede il sistema delle tariffe autostradali di 16 concessionarie che hanno i Piani economico finanziari o Pef, scaduti. E riparte il braccio di ferro con i gestori i quali, attraverso l’associazione Aiscat, ribattono duramente all’Authority guidata da Andrea Camanzi e avviano una pesante controffensiva legale con una ondata di ricorsi presentati davanti al Tar. Ma il braccio di ferro diventa subito politico, considerando che tra i 16 concessionari c’è anche Autostrade, nemico giurato dei grillini dal crollo del ponte Morandi dell’agosto scorso. «È la rivoluzione che avevamo promesso. Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta» esulta il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Rincara la dose Alessandro Di Battista: «Questo è il momento di riprendere il controllo delle autostrade, la battaglia non è semplice. Ovviamente se la Lega decidesse di combatterla sarebbe tutto più facile, ma la Lega tace».
Ben lontano da imporre statalizzazioni, il nuovo sistema pubblicato dall’Art cerca di rimettere ordine alle tariffe autostradali. E nasce con il Decreto Genova grazie alla norma che estende la competenza regolatoria dell’Autorità anche alle concessioni esistenti e non solo a quelle nuove. Sono regole che puntano ad alleggerire il peso dei costi del casello su automobilisti e autotrasportatori, è basato sul metodo del “price- cap” (prezzo limite) calcolato su indicatori di produttività a cadenza quinquennale per garantire trasparenza, equità dei pedaggi e maggiore efficienza dei costi.
L’Autorità interviene sui parametri della componente “regolata” dei pedaggi: la remunerazione sul capitale investito sarà pari al 7,09% lordo (oggi ci sono livelli che superano e di molto il 10%). Una percentuale che sarebbe adeguata agli attuali tassi di mercato.
Per le opere già “cantierate” e avviate non cambierà nulla: continuerà ad essere applicato il “Tir” ovvero “Tasso interno di rendimento” previsto dal sistema tariffario precedente. In pratica si punta all’incentivazione e all’effettiva realizzazione dei lavoro programmati, con verifiche annuali e diminuzioni dei costi del pedaggio in caso di mancato rispetto dei tempi. Mettendo fine, nei piani dell’Authority, ai sei diversi sistemi tariffari, che finora regolavano, ognuno a modo suo, i pedaggi. Ma i concessionari, non ci stanno. «Esprimiamo la nostra più grande preoccupazione e la ferma opposizione alle deliberazioni sui sistemi tariffari delle concessioni» sottolinea l’Aiscat denunciando «l’esito di una consultazione meramente formale nella quale è stato chiesto ai concessionari di riempire un formulario con proprie osservazioni, senza un reale confronto, peraltro dovuto trattandosi di modifiche unilaterali a contratti di lunga durata».
La procedura di consultazione «vìola i più basilari princìpi giuridici della certezza dei contratti e delle regole stabiliti a livello comunitario e nazionale, indebolendo fortemente l’immagine di affidabilità del sistema Italia». «L’Italia presenta tariffe autostradali tra le più basse in Europa» rimarca l’Aiscat che però punta ancora a trovare un accordo col governo al quale chiede «un serio confronto» prima che vengano applicati i nuovi criteri dall’inizio del 2020.