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 2019  giugno 21 Venerdì calendario

Così il rapporto Onu su Kashoggi brucia Mbs

Per un erede al trono, e regnante de facto, che ambisce ad aprirsi al mondo come il principe saudita Mohammed bin Salman (MbS) non c’è niente di peggio della macchia di assassino degno dei secoli bui. Anche l’Onu, con un’inchiesta indipendente, lo accusa di essersi comportato come i sovrani assoluti del Medioevo, ordinando il barbaro omicidio di chi poteva rovinargli la reputazione.

Il principe saudita Mohammed bin Salman
(FAYEZ NURELDINE / AFP) (Photo credit should read FAYEZ NURELDINE/AFP/Getty Images) Dopo quel che si sa – anche per ammissione di Riad – e che si sospetta per gli «indizi credibili» sull’uccisione, il 2 ottobre 2018, del giornalista saudita Jamal Khashoggi in Turchia, il discredito internazionale verso MbS è molto più grande delle critiche che gli avrebbe mai potuto muovere Khashoggi. Irrimediabile, a questo punto: non a caso, il piano Vision 2030 per il rilancio dell’Arabia Saudita disegnato da MbS ha iniziato a declinare dall’esplosione del giallo sul giornalista scomparso dentro il consolato saudita di Istanbul. L’erede al trono più giovane e impaziente di Riad è stato stupido.

LA RICHIESTA DI UN’INCHIESTA PENALE INTERNAZIONALE Nel rapporto di 100 pagine delle Nazioni Unite si chiede al segretario generale Antonio Guterres «un’inchiesta penale internazionale», come per i peggiori criminali alla sbarra a L’Aja. Chi vuole più investire pubblicamente nella modernizzazione dell’Arabia Saudita? Solo gli Stati Uniti di Donald Trump, che con ogni probabilità risparmieranno a MbS la Corte penale internazionale. Per finire al tribunale che processa sui genocidi e sui crimini di guerra e contro l’umanità – e il principe saudita è responsabile anche dei bombardamenti indiscriminati in Yemen – serve il via libera del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

GEOPOLITICA E BUSINESS DIETRO AL VETO DEGLI USA SULL’AJA Gli Usa, membri permanenti, potranno opporre il veto: il presidente Trump è passato sopra all’inchiesta della Cia, che mesi prima dell’Onu indicava MbS come il mandante dell’omicidio di Khashoggi. L’Arabia Saudita è il primo acquirente di armi a stelle e strisce. Nel 2017 Riad ha firmato un memorandum d’intesa con Washington per 460 miliardi di dollari in 10 anni in commesse in armi e sicurezza, 110 miliardi delle quali immediate. E da quando comanda MbS da Riad si fa la guerra all’Iran e si aiuta il più possibile Israele.

L’ingresso del consolato dell’Arabia Saudita a Istanbul, dove è stato ucciso Khashoggi.
GETTY IMAGES LA CHANCE DI UNA SECONDA INCHIESTA DELL’ONU Guterres può in alternativa avviare «l’inchiesta di un team intergovernativo» dell’Onu. Cioè un’altra indagine indipendente come la prima (o poco più) condotta dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali Agnes Callamard, ma con capi di accusa stavolta specifici contro MbS, quantomeno per omicidio. Gli estremi ci sono: Callamard ha ascoltato le registrazioni audio dell’intelligence turca su quanto avveniva nel consolato saudita di Istanbul (evidentemente sotto controllo), appena prima l’ingresso di Khashoggi e fino a dopo la sua uccisione per mano di uno squadrone di Riad.

UN MEDICO LEGALE PARTE DEL COMMANDO Le identità del commando sono state ricostruite dalle telecamere all’aeroporto e nei paraggi della sede diplomatica, e attraverso le informazioni dei servizi segreti – anche stranieri come la Cia – sono risultate in larga parte di funzionari vicini all’erede al trono saudita. Del gruppo, atterrato a Istanbul per l’appuntamento al consolato di Khashoggi, faceva parte anche il colonnello e capo del Consiglio di medicina forense del regno Salah Mohammed Abdah Tubaigy. Dallo scorso aprile per l’esperto di autopsie e gli altri 14 componenti del commando, processato in teoria in Arabia Saudita, è stato bandito l’ingresso negli Usa.

È molto difficile immaginare che si includa un medico legale in un team al quale si è ordinato di limitarsi alla cattura

GLI INDIZI CONTRO IL PRINCIPE La relatrice dell’Onu ha pochi dubbi. Non potendo negare la morte violenta di Khashoggi, Riad scarica la responsabilità sullo squadrone con il compito, a detta dei sauditi, solo a fermare il giornalista e a riportarlo nel regno. Ma per Callamard «è molto difficile immaginare che si includa un medico legale in un team al quale si è ordinato di limitarsi alla cattura». Nel rapporto si sottolinea l’esistenza di «indizi credibili sulla responsabilità individuale dei funzionari sauditi di alto livello, incluso il principe ereditario»; sarebbe stata «un’esecuzione deliberata e premeditata».

L’AUDIO AGGHIACCIANTE DELLA MORTE Nell’audio uno dei membri del commando, l’ex funzionario all’ambasciata di Londra Maher Abdulaziz Mutreb (fotografato vicino a MbS in atteggiamento di guardia del corpo), chiede se «è possibile mettere il tronco in una borsa». Mutreb gli risponde di no, «il corpo è pesante», «ma separeremo le giunture, non è un problema». «Prendiamo dei sacchetti di plastica, lo tagliamo a pezzetti e li poi avvolgiamo uno ad uno»: «Borse di pelle» per il medico forense. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, vicino a Khashoggi e non in buoni rapporti con Riad, ha definito la registrazione «agghiacciante».

Il giornalista saudita critico verso MbS Jamal Khashoggi, scomparso nel consolato dell’Arabia Saudita di Istanbul. GETTY. «POTREBBE ESSERE STATO SEDATO E SOFFOCATO» Nel rapporto dell’Onu si precisa che le «valutazioni delle registrazioni da parte dei servizi segreti turchi e di altri Paesi» suggeriscono che a Khashoggi «potrebbe essere stato iniettato un sedativo». Poi potrebbe «essere stato soffocato con un sacchetto di plastica». Ma servono approfondimenti: «Dai suoni che ho sentito non si può dedurre cosa sia stato fatto al corpo, l’audio non è chiaro, va interpretato. Ancora ignoriamo dove siano i resti ma», commentato la relatrice Callamard, «le 15 persone che erano nella stanza lo sanno sicuramente».

L’INDAGINE DI RIAD OSTACOLO ALLA GIUSTIZIA Di loro non si sa più nulla: 21 persone sono state messe sotto custodia in Arabia Saudita per l’omicidio al consolato di Istanbul, 11 dei quali rinviati a giudizio. A cinque di loro spetterebbe la pena di morte, ma non si conoscono i loro nomi e Riad rifiuta il benché minimo coinvolgimento di MbS. Un’inchiesta, rileva sempre il rapporto delle Nazioni Unite, non condotta «in buona fede e nel rispetto degli standard internazionali, che potrebbe costituire un ostacolo alla giustizia». Il 26 giugno Callamard presenterà il rapporto al Consiglio dell’Onu per i Diritti umani, che nonostante le sue plateali violazioni include l’Arabia Saudita tra gli Stati membri.

IL PIANO DI INVESTIMENTI VISION 2030 SI È SGONFIATO Riad può bloccare l’inchiesta nel consesso. Il massimo che possono fare gli Usa è pressare l’alleato a «fare progressi sul caso Khashoggi» come chiesto da Trump. Farà tutto il possibile per far proseguire le indagini internazionali, come chiedono Amnesty international e altre Ong, invece Erdogan: la Turchia è ai ferri corti con i sauditi come il Qatar per questioni geopolitiche che hanno finito per travolgere anche il giornalista ucciso. «Brutalmente e con premeditazione» aveva dichiarato Callamard ai primi rilievi del febbraio scorso.

OPERAZIONE DI MARKETING FALLITA Per Riad il rapporto non «dice niente di nuovo e anzi getta discredito sull’Onu». Ma anche se l’erede al trono, morto il padre vecchio e malato, diventerà re e continuerà ha fare favori agli Stati Uniti, la grande operazione di marketing di MbS è fallita. Gli Stati europei (Italia inclusa) continueranno come gli americani a comprare petrolio dai sauditi e a vendere loro armi. Qualche azienda parteciperà certamente agli appalti di Vision 2030, ma senza farsi troppa pubblicità. L’euforia su MbS è finita. L’impresentabile principe bin Salman non potrà più stringere le mani dei capi di Stato, come fa con Trump e aveva iniziato a fare in Europa prima del caso Khashoggi, vendendosi come riformatore.