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 2019  giugno 21 Venerdì calendario

Qualità della vita, corruzione e ambiente. Ecco cosa ha risposto Putin alle domande dei cittadini

In questi giorni l’abbiamo vista prepararsi alla Linea diretta, seduto davanti a cumuli di domande e intento a leggere altri messaggi al computer. Quali le sono sembrati i problemi più urgenti?
«Ora come ora, e non è un segreto né una sorpresa, alle persone interessano soprattutto la qualità della vita, i redditi e la sanità. Segue lo smaltimento dei rifiuti. Alloggi e servizi pubblici».
Ha parlato di redditi. Ci sono tantissime domande. “Può dirci quando migliorerà la vita, almeno un po’? È difficile crescere i figli con un salario di 10mila rubli”. Questa è di Vladimir Nenashev di Samara.
«Dovremmo verificare. Perché?
Perché abbiamo da poco deciso di aumentare il salario minimo al minimo di sussistenza, che è pari a 11.280 rubli. Chi lavora a tempo pieno non dovrebbe ricevere di meno».
Eppure scrivono che il loro salario è di 10mila rubli.
«In questo caso spetta alle autorità di vigilanza controllare. Oppure sono persone che lavorano part-time. Ogni caso va esaminato singolarmente».
La gente scrive che la vita è diventata più difficile. Quando migliorerà?
«È per questo che avevo definito questo tema uno dei più rilevanti. Vi ricordo che diversi anni fa abbiamo affrontato vari scossoni. Non mi riferisco agli shock esterni legati alle sanzioni, ma al mercato dei nostri beni d’esportazione: petrolio, gas, metalli, prodotti chimici. I redditi reali sono calati per alcuni anni. Ora stanno gradualmente risalendo. In un modo o nell’altro 44 milioni di persone hanno ricevuto grandi o piccolo aumenti salariali».
Molti associano queste difficoltà alle sanzioni occidentali tra l’altro appena prolungate dalla Ue. E si sentono appelli a riconciliarsi.
Immaginiamo che la Russia abbia soddisfatto tutte le richieste dell’Occidente. Che cosa porterebbe alla nostra economia?
«Innanzitutto che vuol dire “riconciliarsi”? Non abbiamo litigato con nessuno e non abbiamo il desiderio di litigare con nessuno.
Secondo, che cosa stiamo perdendo?
In seguito alle restrizioni, a partire dal 2014, la Russia ha perso circa 50 miliardi di dollari, la Ue 240, gli Usa 17 e il Giappone 27. Ammettiamo che abbiamo concesso qualcosa e abbiamo ottenuto qualcosa. Che cosa esattamente? Ora abbiamo il cosiddetto programma di “import substitution”. Ci ha costretto a sviluppare persino quei settori dove prima non avevamo competenze. Se dieci anni fa mi avessero detto che avremmo esportato prodotti agricoli per 25,7 miliardi di dollari come l’anno scorso, gli avrei riso in faccia».
Una domanda arrivata tramite il social VKontakte: “Non ha contatti con il presidente ucraino Zelenskij.
Ma è giovane, non è preparato.
Faccia il primo passo”.
«È un uomo di talento. Mi ricordo le sue esibizioni a Mosca. Ma quello che vediamo adesso non fa ridere. È una tragedia. Ha dichiarato che non vuole parlare con i rappresentanti delle Repubbliche autoproclamate. E come può risolvere la crisi? Non c’è conflitto che si risolva senza un dialogo diretto fra le parti».
Il mio nome è Katja Adushkina, ho 15 anni e sono una videoblogger. Come tutti i giovani nel mondo, mi preoccupano i temi ambientali. In Russia cominciano ad apparire punti di raccolta differenziata dei rifiuti però la gente lamenta che finiscono tutti nello stesso posto. Come combatte questo problema?
«È un grande problema. E non è nato ieri. Abbiamo iniziato a occuparcene sul serio 2 o 3 anni fa. Sembra strano ma a dare una spinta è stata proprio una “Linea diretta”. Generiamo 70 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno.
Non esiste un riciclaggio industriale.
La gente deve vedere i risultati, non possiamo aspettare vent’anni.
Abbiamo stanziato più di 300 miliardi di rubli per finanziare la costruzione di 200 impianti per il riciclaggio dei rifiuti».
I media comunicano spesso l’arresto di un funzionario corrotto. Ricordo il colonnello Zakharchenko che sottrasse 9 miliardi di rubli. Da dove li prendono? Lei come garante della Costituzione si sente responsabile di quest’illegalità?
«Certo che mi sento responsabile. Se non mi sentissi tale, non verreste a sapere nulla di questi crimini. Niente ci deve fermare nella lotta contro questo fenomeno».
Le piacciono barzellette, ne conosce qualcuna su di sé?
«Certo. Ne ho sentite tante».
Ce ne racconti una.
«No. Ora c’è un mio collega che lo fa in modo professionale e molto meglio di me (l’ex comico Zelenskij)»
Perché è così gentile?
«Non credo di essere tanto gentile.
Sono cresciuto in un cortile, ma si trattava di un cortile di Pietroburgo.
L’architettura della città non può che esercitare un’influenza sull’uomo.
Ermitage e Museo Russo sono parte dell’ambiente dove sono cresciuto. Io rappresento la Russia e la Russia è un Paese culturalmente elevato. E infine, quando i rapporti fra Paesi si rovinano, l’ultima risorsa per recuperarli sono i rapporti tra le persone e la porta, da questo punto di vista, non va sbattuta mai.
Aleksandr Kuznetsov di Cheljabinsk chiede: “Non si è annoiato a fare il Presidente?"
«No, altrimenti non mi sarei candidato per questo mandato».