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 2019  giugno 21 Venerdì calendario

Cosa sappiamo delle proteste in Georgia

Almeno 240 persone, tra cui 80 poliziotti, sono rimaste ferite a Tbilisi negli scontri davanti al parlamento georgiano la sera del 20 giugno: lo riferisce il Primo Canale della tv georgiana citando il ministero della Salute. Secondo i media, la polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni per disperdere la folla, che cercava di fare irruzione in parlamento. I manifestanti chiedono le dimissioni del governo. Il presidente del parlamento Irakli Kobakhidze si è dimesso in seguito alle proteste. Le dimissionierano una delle richieste dei dimostranti.

IL DEPUTATO DI MOSCA IN VISITA A provocare le proteste è stata la presenza in parlamento del deputato comunista russo Serghiei Gavrilov per la riunione dell’Assemblea dei deputati dei Paesi cristiano-ortodossi. I manifestanti ritengono un oltraggio che si sia seduto sullo scranno del presidente dell’organo legislativo georgiano. Russia e Georgia hanno rotto le relazioni diplomatiche dopo la guerra lampo del 2008, che vide le truppe russe arrivare alle porte di Tbilisi. Da allora, Mosca riconosce l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia, due repubbliche separatiste della Georgia divenute ormai di fatto degli Stati satellite della Russia.

TBILISI ACCUSA LA RUSSIA La presidente georgiana Salomé Zurabishvili ha accusato la Russia «nemica e occupante» e una non meglio specificata «quinta colonna filorussa» di essere dietro i disordini scoppiati ieri sera a Tbilisi. Lo riportano i media locali. «La Russia», ha dichiarato Zurabishvili, «è nostra nemica e occupante. La quinta colonna che essa gestisce potrebbe essere più pericolosa dell’aperta aggressione». Secondo Zurabishvili, «solo la Russia trae beneficio da una divisione nel Paese» e «questa oggi è l’arma più potente».