ItaliaOggi, 21 giugno 2019
Il 39% dei migranti sceglie gli Stati Uniti
Gli Stati Uniti si confermano al vertice della classifica dei paesi che accolgono il maggior numero di migranti. Secondo il rapporto che l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, pubblica ogni cinque anni, nel 2015-2016 la popolazione di immigrati di età superiore ai 15 anni e residenti nei 36 paesi dell’Ocse ha raggiunto i 120 milioni, contro i 55 milioni del 2000-2001, con un aumento del 55%. Oltre un terzo (39%) ha scelto gli Stati Uniti, seguiti da Germania (10%), Regno Unito, Canada e Francia (tra il 6 e il 7% ciascuno). Quanto alla provenienza, se il Messico si conferma sul podio con 11,7 milioni di migranti, l’India e la Cina salgono in seconda e terza posizione, davanti alla Polonia. Tuttavia, i grandi paesi come la Cina e l’India hanno tassi di emigrazione deboli, allo 0,5%, se rapportati alla loro popolazione. Le proporzioni sono invece maggiori nei paesi meno avanzati e nelle isole, come Giamaica (33%) e Samoa (40%). Il rapporto stila un ritratto del migrante tipo: non molto giovane (i 15-24enni rappresentano soltanto il 10%), sempre più istruito e di sesso femminile. In quindici anni la percentuale di migranti nati fuori dall’area Ocse e con un livello elevato di istruzione è passata dal 27 al 35%, mentre quella dei poco qualificati è crollata dal 38 al 30%. Per la prima volta, nel 2015-2016 si contano più immigrati con un diploma di scuola media superiore rispetto a immigrati con un basso livello di istruzione. Alcuni paesi soffrono di una vera e propria emorragia di cervelli: in Guyana il 70% dei diplomati di scuola superiore ha lasciato il paese, a Mauritius la percentuale si attesta al 60%, in Liberia al 55% e af Haiti al 50%.