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 2019  giugno 20 Giovedì calendario

Cosa dice la lettera inviata da Conte all'Unione europea

L’Italia manterrà gli impegni previsti dal patto di stabilità nel 2019 e nel 2020 stima una riduzione del deficit strutturale pari allo 0,2% del Pil. A scriverlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella lettera inviata agli altri 27 Paesi membri Ue, al Presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, e al Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk e pubblicata il 20 giugno. «Non intendiamo sottrarci ai vincoli (europei)», scrive Conte, «né intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai trattati, sono in vigore ed è giusto che siano tenute in conto dai governi di tutti gli Stati membri».

Come anticipato nei giorni scorsi, ieri sera ho inviato una lettera agli altri 27 Paesi membri Ue, al Presidente della…

Publiée par Giuseppe Conte sur Jeudi 20 juin 2019 L’IMPEGNO A EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA Per il 2020, si legge nella lettera, «il governo ha ribadito che intende conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In linea con la legislazione vigente, il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020». Prosegue Conte: «Il parlamento ha invitato il governo, in primo luogo, a riformare l’imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022. In secondo luogo, lo ha invitato a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020». «In vista dell’approvazione del Documento programmatico di bilancio per il 2020 e alla luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche», si legge, «il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie».

LA FRECCIATA AGLI ALTRI PAESI MEMBRI Nella lettera, Conte non risparmia frecciate agli altri Paesi: «L’Italia è tra i Paesi più fortemente danneggiati», sostiene il premier, «lo sforzo nel ridurre il proprio debito risulta compromesso nella misura in cui altri partner europei, ai quali dovrebbero legarci vincoli di solidarietà, si adoperano per attrarre base fiscale. Purtroppo è amaro costatare che l’uso spregiudicato del ruling, dei patent boxes, del treaty shopping costituiscono, ormai, pratiche diffuse tra alcuni Stati membri dell’Unione». Per Conte, «l’Italia, con la sua forte specializzazione per la manifattura, è danneggiata se le politiche macroeconomiche di alcuni grandi partner sono prevalentemente dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio (il riferimento è alla Germania, ndr), piuttosto che ad attivare politiche di investimento, di innovazione, di protezione sociale e di tutela ambientale».