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 2019  giugno 21 Venerdì calendario

Una moneta unica per l’Africa occidentale

Il sogno di avere una moneta unica in Africa occidentale è un po’ più vicino a diventare realtà. Si chiamerà «Eco» e, se non ci saranno nuovi intoppi, dovrebbe iniziare a circolare nel 2020 in 13 dei 15 Stati membri dell’Ecowas, la comunità economica dell’Africa occidentale. Una decisione fortemente voluta dalla maggioranza dei Ministri delle Finanze del blocco riunitisi in Costa d’Avorio per dare l’ultima scossa ad un progetto in stallo da 20 anni. Ancora da decidere se la moneta sarà, almeno in una fase iniziale, ancorata ad una valuta internazionale come dollaro o yuan per limitare brusche oscillazioni di valore.
C’è la convinzione diffusa che la nuova moneta unica, soprattutto dopo la recente entrata in vigore dell’area di libero scambio (AcFTA) sarà cruciale per potenziare il commercio intra-Africano, ancora oggi fermo ad un misero 10%. Una rivoluzione monetaria che potrebbe coinvolgere 350 milioni di persone, in attesa di capire se la Nigeria, lo Stato più popoloso d’Africa e la prima economia del Continente deciderà di aggregarsi ad altre potenze della regione come Senegal e Costa d’Avorio. Vantaggi anche per l’Europa, principale partner commerciale di questa parte d’Africa. Se il progetto andrà in porto, il tanto discusso franco Cfa, usato dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi in molte ex colonie Francesi, andrebbe in pensione. Per la felicità del vice premier Luigi Di Maio che, pochi mesi fa, aveva quasi causato una crisi diplomatica con Parigi, accusando Macron di affossare la crescita dell’Africa a favore delle aziende private francesi mantenendo una moneta di era coloniale ed incentivando cosi la migrazione verso l’Italia.
Tra i numerosi vantaggi che la moneta comune porterebbe soprattutto a piccoli Stati come Gambia o Benin ci sono l’eliminazione dei costi di transazione negli scambi commerciali e la riduzione del rischio di default in Stati con economie ancora troppo ballerine. Da non sottovalutare, poi, il maggiore controllo sui flussi finanziari data l’Istituzione di una Banca Centrale che limiterebbe corruzione e sperpero di denaro pubblico. Nove dei 15 Stati membri dell’Ecowas, si trovano nelle prime posizioni tra i Paesi più corrotti al mondo, secondo la classifica annuale di Transparency International.
Non mancano, tuttavia, gli ostacoli. Alcune stringenti misure dovranno essere riviste. È il caso di inflazione e rapporto deficit-Pil. Al momento le banche centrali impongono ai futuri Paesi che adotteranno la moneta unica un tasso d’inflazione che non superi il 5%. Negli ultimi 17 anni, ad esempio il Ghana, ha avuto un inflazione del 17%. In molti Stati dell’Africa occidentale pesa la massiccia importazioni di prodotti alimentari con un tasso di cambio sfavorevole che aumenta i tassi d’inflazione.
Stringente anche il rapporto deficit/Pil al 4% con Paesi come il Gambia con un debito pubblico al 108% e, soprattutto, il forte e continuo indebitamento nei confronti di grande potenze mondiali come Cina e Russia. La frenata delle principali economie del Continente non aiuta in questa direzione.
Resterà, infine, da capire se Nigeria e Ghana, sotto pressione, decideranno di abbandonare le proprie valute, ampiamente deprezzate e si aggregheranno agli altri Stati afro-occidentali. La Nigeria è uno dei soli 3 Stati su 55 in Africa che ha deciso di non aderire alla «Schenghen Africana» per paura di trasformarsi in un Paese dove scaricare merce a basso costo.