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 2019  giugno 20 Giovedì calendario

Sarkozy sarà processato per corruzione

Per la prima volta dalla nascita nel 1958 della V Repubblica, un ex presidente sarà processato per corruzione. La giustizia francese ieri ha respinto gli ultimi ricorsi e definitivamente convalidato il rinvio a giudizio di Nicolas Sarkozy, sospettato di avere ottenuto informazioni riservate sulla sua situazione giudiziaria promettendo in cambio al giudice Gilbert Azibert un incarico prestigioso nel Principato di Monaco.
Il processo di terrà a Parigi nei prossimi mesi, la data non è stata ancora fissata. Oltre a ad Azibert e Sarkozy sarà giudicato anche il suo avvocato Thierry Herzog.
Sconfitto da François Fillon alle primarie della destra nel 2016, Sarkozy ha abbandonato la politica pur rimanendo vicino alla sua «famiglia», come ama ripetere, i Républicains ovvero gli eredi del neogollismo.
Dopo il pessimo risultato del partito alle Europee e le dimissioni dell’impopolare Laurent Wauquiez dalla guida del partito, si era affacciata l’ipotesi di un ennesimo ritorno dell’uomo che fu presidente della Repubblica dal 2007 al 2012. Sarkozy ha subito escluso di potere essere il salvatore della patria dicendo che «la politica non fa più parte del mio quotidiano», ben sapendo che le inchieste non gli avrebbero permesso di svolgere il ruolo di ricostruttore della destra in frantumi.
Su Sarkozy pesa inoltre la minaccia di altri processi per i presunti finanziamenti illeciti nella vittoriosa campagna presidenziale del 2007 (i soldi di Gheddafi) e in quella invece sfortunata del 2012 (fatture false).
In aula
Il procedimento si terrà a Parigi nei prossimi mesi, la data non è stata ancora fissata
Indagando sui rapporti tra Gheddafi e Sarkozy prima delle elezioni del 2007 e su un presunto versamento di 50 milioni di euro offerti dalla Libia, i giudici francesi tra il 28 gennaio e l’11 febbraio 2014 hanno intercettato le conversazioni tra Nicolas Sarkozy e il suo legale, Thierry Herzog, che cercavano di ottenere informazioni in anticipo sull’inchiesta Gheddafi e anche sul destino delle agende presidenziali sequestrate nell’indagine Bettencourt. I giudici autori del sequestro delle agendine in quelle conversazioni venivano definiti «i bastardi di Bordeaux».
L’avvocato Herzog si era accorto che le chiamate col telefonino personale di Sarkozy erano ascoltate dai magistrati. Allora ha fornito all’ex presidente un altro telefonino da usare sotto falsa identità, e il primo nome che gli è venuto in mente è stato quello di un vecchio compagno di liceo, mai più visto né sentito: Paul Bismuth. Il vero Paul Bismuth vive in Israele, seccato per una improvvisa e involontaria notorietà mondiale. Il falso Paul Bismuth comparirà, con il vero nome Nicolas Sarkozy, davanti ai giudici.
Coperto da quella falsa identità, Sarkozy parlava all’avvocato Herzog del «nostro amico», ovvero l’alto magistrato di Corte di Cassazione Gilbert Azibert, detto «Annulator» per la passione con la quale cassa le sentenze altrui.
Secondo la procura di Nanterre, Sarkozy tramite l’avvocato Herzog si sarebbe messo d’accordo con Azibert: tu mi riveli in anticipo la mia posizione nelle varie inchieste, io metto una buona parola per farti avere la ben remunerata poltrona di giudice nel Principato di Monaco.
L’ex presidente si è sempre difeso facendo notare tra l’altro che Azibert quella poltrona non l’ha mai ottenuta, ma per i magistrati questo non significa che Sarkozy non gliel’abbia promessa.