Corriere della Sera, 20 giugno 2019
I francesi stimano gli italiani e Salvini
I francesi continuano a stimare l’Italia e gli italiani, ma non sono granché contraccambiati. L’impressione avvertita sempre più forte negli ultimi mesi è confermata da un ricerca Ipsos realizzata dal 5 al 13 giugno con il contributo di EDF e Edison e la supervisione del politologo Marc Lazar, e che verrà presentata oggi a Parigi nella seconda edizione dei «Dialoghi italo-francesi per l’Europa», un’iniziativa lanciata dalla Luiss e da Sciences Po in collaborazione con The European House-Ambrosetti.
Il sondaggio sulle «relazioni franco-italiane», condotto su un campione rappresentativo di mille francesi e mille italiani sopra i 18 anni, indica che nonostante la crisi diplomatica dei mesi scorsi tra Parigi e Roma l’immagine che i francesi hanno di noi resta relativamente positiva: il 61% ha una buona opinione dell’Italia. Peggio della Svezia (93%), della Germania (81%) e della Spagna (80%), ma a pari merito con la Gran Bretagna e molto meglio della Grecia (51%), della Polonia (41%) e in particolare della Romania. Quasi due terzi dei francesi (64%) dicono di provare simpatia per gli italiani, mentre gli ostili sono una percentuali pressoché insignificante (6%).
Dei tre leader politici italiani al governo, il vicepremier Matteo Salvini è il preferito in Francia con il 19% di opinioni positive, molto inferiori però a quelle negative che arrivano al 42%. Il premier Giuseppe Conte si ferma al 18% di apprezzamento e l’altro vicepremier Luigi Di Maio al 15%, ma per entrambi conta soprattutto il fatto che – a differenza di quel che accade per Salvini – la maggioranza dei francesi dice di «non saperne abbastanza per pronunciarsi».
La classifica
Il premier Conte si ferma al 18% di apprezzamento e
Luigi Di Maio al 15%
Quanto allo sguardo degli italiani verso la Francia, invece, la personalità politica francese più popolare nella penisola è Marine Le Pen con il 30%, davanti al presidente della Repubblica Emmanuel Macron che si ferma al 20%. Non è una sorpresa: il politico più popolare tra gli italiani è Matteo Salvini (48% di opinioni positive), che in Europa è il principale alleato della leader del Rassemblement National.
In generale gli italiani hanno della Francia un’immagine più negativa di quella che i francesi hanno di noi. Solo il 53% degli italiani ha una buona opinione della Francia, mentre i Paesi più apprezzati sono la Svezia (89%), la Spagna (81%), la Gran Bretagna (74%) e la Germania (70%). «È interessante notare come la Francia sembra avere sostituito la Germania nel ruolo di Paese antagonista – dice Mattia Forni che ha curato la ricerca per Ipsos Italia assieme a Nando Pagnoncelli —. Un sondaggio da noi realizzato per Ispi a fine 2018 dava la Germania come il Paese europeo considerato più ostile all’Italia. Per differenze metodologiche i due dati non sono comparabili scientificamente, però ci danno un’idea del cambiamento dell’opinione pubblica italiana a seguito della tensione dei mesi scorsi tra il governo Conte e la presidenza Macron».
Un altro dato interessante è la polarizzazione dello sguardo italiano verso la Francia a seconda delle opinioni politiche: gli elettori del Partito democratico provano simpatia (36%) più che antipatia (18%) verso la Francia, ma le proporzioni si ribaltano mano a mano che si passa al Movimento Cinque Stelle, a Forza Italia e soprattutto alla Lega. Secondo gli autori della ricerca, «la capacità di Matteo Salvini di suscitare l’adesione di una parte importante di italiani attorno a sé e al suo programma spiega senza dubbio almeno in parte l’ostilità crescente dell’opinione pubblica italiana verso la Francia».
Restano in prospettiva le ragioni per un possibile rilancio. Sia i francesi (93%) sia gli italiani (91%) sono convinti dell’importanza di conservare buone relazioni, e per il 42% e il 38% questo è addirittura «essenziale». Nonostante le affermazioni della Lega e del Rassemblement National, primi partiti in Italia e Francia alle ultime europee, la maggioranza di italiani (54%) e di francesi (59%) restano poi convinti che l’appartenenza all’Unione europea sia «una buona cosa».