Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  giugno 20 Giovedì calendario

I ghiacciai dell'Himalaya si stanno sciogliendo al doppio della velocità

Negli ultimi anni la velocità con cui si stanno sciogliendo i ghiacciai dell’Himalaya è raddoppiata rispetto alla fine del Novecento, secondo i ricercatori soprattutto a causa del riscaldamento globale. La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Science Advances, è stata resa possibile grazie ad alcune immagini satellitari scattate durante la Guerra Fredda dagli Stati Uniti, e rimaste segrete fino a poco tempo fa. Confrontandole con le immagini satellitari attuali, i ricercatori guidati da Joshua Maurer della Columbia University (Stati Uniti) hanno potuto misurare la perdita di ghiaccio di uno dei sistemi montuosi più famosi e che comprende l’Everest, la cima più elevata al mondo.

Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, gli Stati Uniti portarono avanti un progetto segreto chiamato Hexagon con una ventina di satelliti, progettati per fotografare la Terra. Le fotografie rimasero secretate fino al 2011, quando il governo statunitense decise di svelarle e di farle digitalizzare alla US Geological Survey, l’agenzia scientifica governativa che si occupa dello studio del territorio, delle risorse naturali e dello studio dei terremoti. Le immagini furono poi messe liberamente a disposizione dei ricercatori, per i loro studi sui cambiamenti nel medio periodo della Terra dovuti ad eventi naturali o alle attività umane.

Le fotografie satellitari comprendevano alcune immagini dell’Himalaya, sulle quali Maurer e colleghi hanno lavorato per diverso tempo, mettendole a confronto con quelle più recenti realizzate dai nuovi satelliti che osservano il nostro pianeta. Il confronto ha messo in evidenza sensibili cambiamenti nei circa 650 ghiacciai che ricoprono il sistema montuoso lungo una distanza di 2mila chilometri.

(J. M. Maurer et al., Science Advances)

Come spiega la ricerca da poco pubblicata, tra il 1975 e il 2000 si sono persi circa 4 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Le cose sono ulteriormente peggiorate tra il 2000 e il 2016, periodo nel quale i principali ghiacciai dell’Himalaya si sono sciolti al doppio della velocità prevista, perdendo in media 8 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno.

La perdita non è stata uniforme e ha interessato per lo più le parti dei ghiacciai che si trovano a bassa quota. In alcune di queste aree i ricercatori hanno rilevato una riduzione nello spessore dei ghiacciai di 5 metri all’anno.

Una foto satellitare dell’Himalaya scattata dal progetto Hexagon (NRO/USGS)

Secondo i ricercatori la principale causa del rapido scioglimento dei ghiacci è l’aumento della temperatura media nell’Himalaya. Il problema ha infatti interessato indistintamente decine di ghiacciai lungo un’area climatica molto complessa e variegata, confermando quindi l’influsso di una causa più grande sull’intero settore.

Ghiacciai dell’Himalaya fotografati nel 2002 (USGS/NASA JPL/AGU)

Agli attuali ritmi di scioglimento, dicono i ricercatori, potranno esserci gravi conseguenze sia nel breve sia nel lungo periodo. La maggior perdita di ghiaccio potrebbe portare a inondazioni più frequenti e violente nelle regioni a valle del sistema montuoso. Nel lungo periodo, invece, le decine di milioni di persone che hanno accesso all’acqua dolce proveniente dai ghiacciai dell’Himalaya potrebbero restare senza risorse idriche. Alcuni dei più grandi fiumi al mondo, come il Gange e l’Indo, hanno origine nell’Himalaya e i loro bacini idrografici danno l’accesso all’acqua a oltre 600 milioni di persone. Continuando a ritirarsi, i ghiacciai dell’Himalaya forniranno sempre meno acqua, rendendo più frequenti i periodi di siccità, soprattutto durante il periodo estivo.