la Repubblica, 19 giugno 2019
Condannato a 21 mesi l’uomo che condivise online il video della strage di Christchurch bollandola come «favolosa»
Lui stesso si è paragonato al gerarca nazista Rudolf Hess e il giudice gli ha detto «la smetta». Ma il neozelandese Philip Neville Arps, uomo d’affari di 44 anni, ieri non è stato condannato per uno sterminio, e nemmeno per un omicidio, bensì per aver condiviso online il video dell’efferata strage di Christchurch. Dove, lo scorso 15 marzo, l’estremista australiano e suprematista bianco Brenton Tarrant fece irruzione in una moschea e in un centro islamico della città uccidendo con le sue armi automatiche 51 persone durante le preghiere del venerdì. Tarrant, oltre a pubblicare un delirante manifesto della razza, online postò anche la diretta video della strage. Proprio quel filmato venne condiviso da Arps, che non solo lo diffuse a trenta sodali ma a un amico chiese persino di aggiungere nel video un mirino e un «contatore delle vittime», come fosse un atroce videogioco. Invece, era la realtà. E per questo Arps è stato condannato a 21 mesi. Non solo per aver condiviso il video in sé, ma proprio perché mosso dall’odio per i musulmani, di cui «non si è mai pentito», ha dichiarato ieri in aula il giudice Stephen O’Driscoll. Anzi, Arps aveva definito «favoloso» quel ributtante filmato dell’eccidio. E alcune sue dichiarazioni spontanee ai giudici prima della sentenza sono state censurate pubblicamente perché sarebbero state «motivo di orgoglio per lui».
Arps, spavaldo e irriducibile ieri in aula, che già nel 2016 era stato condannato per aver lasciato una testa di maiale fuori dalla moschea Al Noor colpita da Tarrant, sconterà solo metà dei 21 mesi in carcere, i restanti li passerà sottoponendosi a terapie rieducative. Molto più tempo in galera rimarrà invece Tarrant, sul quale pendono 92 capi d’accusa. Il suo processo partirà l’anno prossimo.