la Repubblica, 19 giugno 2019
Contro la Libra di Zuckerberg
A un certo punto è successo. La piattaforma su cui volevamo condividere amici, notizie, frivolezze, è diventato un superStato, con i suoi cittadini – più di 2 miliardi di utenti nel mondo; le sue infrastrutture; un Pil (55 miliardi di ricavi nel 2018) superiore a quello di una nazione come la Serbia. E ora anche una sua moneta. Senza però dover rispettare le regole che governano tutti gli altri Stati. Con quali conseguenze per la nostra democrazia? «Quando tutto quello che facciamo produce dati chiunque controlla i dati controlla anche tutto quello che facciamo: le transazioni monetarie non fanno eccezione», dice Evgeny Morozov, tra i più noti studiosi globali di tecnologia e autore di diversi libri (ultimo, Silicon Valley: i signori del silicio, Codice edizioni) sul lato “oscuro” delle reti. «Ma è un problema che riguarda tutte le aziende tecnologiche».
Facebook però ora “batte” anche moneta, qual è l’obiettivo?
«Sta cercando di copiare i servizi dei suoi concorrenti cinesi, Tencent (che gestisce WeChat) e Alibaba (che ha AliPay). A causa delle pressioni normative, è diventata all’improvviso paladina della comunicazione chiusa piuttosto che aperta. Aggiungere il portafoglio al tuo profilo Facebook è un modo per spingerti a rendere i tuoi comportamenti finanziari meno pubblici. E per prevenire nuove regole e restrizioni sulla sua attività pubblicitaria: un modello allo studio è pagare gli utenti per i loro dati, un altro è far pagare gli utenti per l’utilizzo dei suoi servizi. Avere una propria valuta faciliterebbe entrambe le soluzioni. Terzo: Facebook cerca da tempo di penetrare il mercato dei Paesi in via di sviluppo, l’India per esempio. La promessa di un “Internet gratis” finora non ha funzionato. Offrire servizi bancari gratuiti a chi non ha un conto in banca potrebbe essere più efficace».
David Marcus, l’ex manager Paypal che ha progettato Libra dice che sarà «un bene pubblico per il mondo» e che rispetterà la privacy degli utenti: ci si può fidare di Facebook?
«Bisogna essere pazzi o masochistici per fidarsi ancora di Facebook che parla di “bene pubblico” o “privacy”: hanno dimostrato negli anni che queste non sono loro preoccupazioni. Vi fidereste di un’azienda che – nelle parole del suo ex senior staff – è impegnata a creare dipendenza digitale e poi dice di lavorare al “bene pubblico” ?».
Ma se è così screditata perché Zuckerberg e i suoi pensano di poter convincere regolatori finanziari e Stati ad autorizzarlo a possedere non solo i dati sociali degli utenti ma anche quelli finanziari? È coraggio o senso di onnipotenza?
«Finora, non sembrano desiderosi di convincere nessuno. Hanno scelto un modello che – pensano – li esonera dalle regole che le normali istituzioni bancarie devono rispettare. Dicono apertamente che vogliono “plasmare l’ambiente normativo”, cioè fare pressione sui regolatori per indebolire ogni regolamentazione».
Gli europei sono già preoccupati per Libra. Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese: «È fuori discussione che Libra diventi una moneta sovrana». Stati e regolatori hanno i mezzi per regolare il superStato monetario di Facebook ?
«È una domanda che in realtà non ha a che vedere con Facebook. Gran parte dell’offerta di moneta nelle economie moderne è creata dalle banche private – non solo dalle banche centrali, come molti credono: la capacità dei cittadini di esercitare un controllo sulla politica monetaria è già limitata. E poi: qualche tempo fa il presidente francese Emmanuel Macron si è mostrato felice di fare delle foto con Zuckerberg, lo ha accolto per aprire un nuovo ufficio a Parigi, e così via. Fare qualcosa di grosso contro Facebook sarebbe molto difficile, in parte per il timore che possa spaventare gli investitori, in parte perché l’Europa non ha molto di cui vantarsi quando si tratta di rendere trasparente e democratico il proprio sistema monetario».
Facebook non avrà diritti di voto nella nuova associazione di 27 aziende che gestirà il sistema: basta a garantire trasparenza?
«Ne dubito: non sappiamo ancora i dettagli più importanti. Per essere un’iniziativa che vuole usare la blockchain per essere “trasparente”, è sorprendentemente non trasparente. Sono abbastanza sicuro poi che Facebook abbia fatto di tutto per garantirsi il controllo sul progetto».