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 2019  giugno 19 Mercoledì calendario

Sulla Libra di Zuckerberg

Fiocco rosa in casa Zuckerberg: è nata baby Libra. E qui già si pone il dilemma: come celebrare il parto?
Voglio dire, siamo abituati ad accogliere festosi i royal-neonati di Buckingham Palace, o i cuccioli di koala nati al bioparco.
Ma con la cybermoneta di Facebook è tutta un’altra storia, non fosse altro perché – avvolta strillante nella culla – non c’è solo un’agguerrita rivale delle odierne valute, ma di fatto una vera e propria pioniera del mondo che verrà, tanto da calzarle a pennello il verso di Lucio Dalla «se è una femmina si chiamerà Futura». Con il varo della nuova moneta virtuale, si accelera il progresso di avveramento di ciò che Huxley, Asimov o William Gibson avrebbero concepito come ardita fantascienza: lo scenario di un domani tutto improntato su una cybercommunity, in cui ogni scambio avviene per via virtuale, dematerializzata. Pensare che un tempo il denaro era quanto di più concreto si potesse pensare: la parola «soldi» viene proprio dal latino solidus, mentre «salario» indicava la manciata di sale con cui si pagavano i militari, e lo «stipendio» prende nome dal pezzo di rame dato ai mercenari (detto stips ). Insomma, ogni volta che vede la luce un figlio del futuro, è un po’ come se il coro dei «benvenuto» implicasse anche un’analoga serie di addii. E anche oggi, difatti, l’avvento di Libra ci impone una lista di lacrimevoli distacchi: addio alla cara vecchia moneta sonante, addio a Pinocchio che dà gli zecchini al Gatto e alla Volpe, addio alla banconota sgualcita rimessa con lo scotch, addio al forziere dei pirati strabordante di dobloni, addio alle cassaforti di Fort Knox insediate da Goldfinger, addio al tintinnar di dollari che carezzava gli orecchio di zio Paperone (lo Scrooge del 2020 si accontenterà al massimo di un bip sul computer o sullo smartphone).
Addio anche all’antiquato portafogli, magari gonfio di monetine perché il barista ti ha dato il resto con una scarica di 2 centesimi. Addio agli sportelli bancari, addio a Totò e Peppino che fanno i falsari, addio ai borseggiatori sul tram e ai rapinatori con la maschera da Minnie (a entrambe le categorie non resta che iscriversi rapidamente a un corso per hacker).
Ma soprattutto, cari miei, la creaturina di Zuckerberg porta con sé l’implicito addio al concetto stesso di Stato, inteso come entità territoriale con moneta, bandiera e inno.
E non riesco a non pensare che nella prima metà dell’Ottocento, i cocchieri di Londra strinsero una strana alleanza coi ferrovieri: entrambi vivevano come un incubo il rapido diffondersi dei veicoli a motore e ne studiarono di ogni tipo pur di arrestare l’evoluzione della tecnologia, fino a sfruttare la scia emotiva di un incidente mortale, nel 1839.
Ovviamente non servì a niente: la strada era segnata e irreversibile, per cui la loro lotta ci appare oggi come una patetica bizza. Vi do tempo una decina d’anni, e penseremo più o meno lo stesso di chi oggi batte i piedi per tornare alla lira, alla dracma, alle pesetas. Oggi più che mai sembrano creature del Mesozoico: destinate all’estinzione.