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 2019  giugno 19 Mercoledì calendario

Il pranzo del baratto: il voto di Platini per i miliardi del Qatar

Il 2 dicembre 2010 il comitato esecutivo della Fifa attribuisce i Mondiali del 2022 non al candidato che sembrava favorito fino a pochi giorni prima, gli Stati Uniti, ma al Qatar. Un Paese privo di qualsiasi tradizione calcistica (55° nella classifica Fifa) e di stadi, che verranno costruiti da immigrati trattati come schiavi e destinati a morire sul lavoro a centinaia. In compenso, dato il clima desertico, bisognerà giocare d’inverno e in stadi climatizzati. Insomma, una scelta incomprensibile. E neanche spiegabile con una generica attenzione geopolitica verso il mondo arabo-musulmano, perché in quel caso la candidatura del Marocco, dove almeno si gioca a calcio, avrebbe avuto più senso. Allora, come è stato possibile?
Le parole di Blatter
«I quattro voti portati da Michel Platini – il suo e altri tre – hanno fatto pendere la bilancia a favore del Qatar e gli Usa sono stato battuti 14 voti a 8», ha raccontato ieri Sepp Blatter, all’epoca presidente della Fifa. Blatter è stato il capo del calcio mondiale per 17 anni, il suo vice Platini sperava di prenderne il posto ma sono caduti in disgrazia entrambi, travolti dalle inchieste sportive e hanno litigato accusandosi a vicenda. Ora l’amico-nemico lo difende. «È l’intervento politico della Francia che ha fatto scegliere il Qatar – ha detto ieri Blatter all’Équipe —. Prima del voto Platini mi ha telefonato dicendo che aveva parlato all’Eliseo con Nicolas Sarkozy. Gli ho chiesto se Sarkozy lo aveva forzato e Platini mi ha risposto di no, aggiungendo però che il presidente aveva sottolineato che sarebbe stato bene votare per il Qatar». E così è stato. Secondo Blatter, Platini non è stato corrotto, non ha cambiato voto per soldi, ma per la richiesta del suo presidente, Nicolas Sarkozy.
Il pranzo segreto all’Eliseo
Bisogna quindi tornare indietro di nove giorni, al pranzo organizzato il 23 novembre 2010 all’Eliseo dal capo di Stato francese Sarkozy. Gli invitati d’onore sono amico Tamim ben Hamad al-Thani, allora principe ereditario del Qatar ed emiro tre anni dopo, e Michel Platini presidente dell’Uefa e vice presidente della Fifa. Gli archivi ufficiali dell’Eliseo consultati nel 2015 da Le Monde indicano che a quel pranzo, all’epoca segreto, partecipano anche il premier qatarino Hamad ben Jassem al-Thani, «vero amico» di Sarkozy, il segretario generale dell’Eliseo Claude Guéant e Sophie Dion, consigliera di Sarkozy per lo sport. Anche Guéant e Dion sono stati interrogati ieri. Durante quel pranzo, si parla di un possibile acquisto del Paris Saint-Germain da parte del Qatar (avvenuto poi nel giugno 2011), dell’ingresso della rete tv BeIn Sports (gruppo Al Jazeera) nel mercato dei diritti del calcio fino quel momento monopolizzato da Canal Plus, e del sostegno al Qatar per i mondiali 2022. Pla-tini in privato esprime perplessità a Sarkozy sull’operazione Psg ma il presidente gli risponde «I qatarini sono gente a posto». Dopo il voto a favore del Qatar, nel febbraio 2011 Platini riceve dalla Fifa due milioni di franchi svizzeri.
Sarkozy e il Qatar
Alla fine, perché Sarkozy tiene tanto al Qatar? L’emirato del Golfo ha solo 200 mila cittadini ma immense riserve di gas e la voglia di giocare a suo modo la partita contro il rivale di sempre, l’Arabia Saudita.
Agli inizi degli anni Duemila Sarkozy e il Qatar sono entrambi dei parvenus della politica internazionale, entrambi vogliono affermarsi rompendo gli schemi. Mitterrand e Chirac erano alleati con l’Arabia Saudita. Sarkozy vuole cambiare: appena diventa presidente nel 2007, il primo capo di Stato straniero che invita all’Eliseo è l’emiro del Qatar. E di lì a poco il Qatar comprerà 80 Airbus A350 per 14 miliardi di euro. È l’inizio di un rapporto speciale che porterà l’emirato a pagare il riscatto di 400 milioni di euro per le infermiere bulgare finalmente liberate da Gheddafi (e secondo voci smentite da Sarkozy, pure il suo divorzio da Cécilia), e a penetrare in Francia con un soft power che va dai fondi per le banlieue al Psg, dal celebre hotel Martinez a Cannes ai palazzi sugli Champs Élysées e a investimenti nelle più importanti aziende francesi. Forse Platini è colpevole di corruzione o forse no. Di sicuro ha partecipato a un gioco più grande di lui e persino del calcio.