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 2019  giugno 19 Mercoledì calendario

Periscopio

Anche i rimpasti prevedono primo, secondo e dessert. Dino Basili. Uffa News.Balzare da un libro all’altro come un Tarzan culturale. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani, 1994.
Quanta gente lavora alla sicurezza sociale? Una su quattro. Coluche, Pensées et anecdotes. Le livre de Poche, 1995.
La cultura alla fine significa semplicemente la possibilità per ognuno di noi di uscire dalla propria particolarità e di mettersi in relazione con il mondo passato e presente, con tutti i suoi pensieri, i suoi protagonisti, e i suoi fatti, raggiungendo così una pienezza di vita altrimenti impossibile. Ernesto Galli della Loggia, L’aula vuota. Marsilio, 2019.
Quando parlo del made in Italy di fascia alta non parlo solo del lusso, ma di tutti i prodotti e tutti i settori (dalla moda alla siderurgia, all’alimentare) dove capacità e lavorazioni possono fare la differenza. Ma proprio per aiutare la creatività e l’artigianalità italiane bisogna fare certe piccole cose che aiutano chi lavora, come remunerare meglio le persone, riposare all’ora di pranzo, staccare dal lavoro a un’ora civile. Sono cose importanti perché ci legano al nostro modo di essere e al nostro territorio e alla fine costano poco. Brunello Cucinelli, impresario della moda (Francesco Manacorda). la Repubblica.
Uomo di sinistra, Sergio Saviane, in un momento in cui quasi tutti lo erano, ma non organico, non prigioniero di schemi di pensiero. In lui c’era la scrittura, non l’ideologia. Massimo Del Papa, Il rompicoglioni – L’eredità perduta di Sergio Saviane. Alberto Liberali editore, 2014.
Mia nonna, cattolicissima di Bra, sposò Carlo Petrini, mio nonno, ferroviere socialista e fondatore del Partito Comunista locale. Quando nel ’48 i comunisti vennero scomunicati, lui era già morto ma la nonna andò a confessarsi. «Per chi vota lei?», le chiese il prete. E lei rispose che avrebbe votato comunista come il suo povero marito. Il prete le fece notare che non avrebbe potuto darle l’assoluzione. Al che la nonna ci pensò e rispose: «E se la tenga». Questa storia ha fatto sorridere il Papa. Me lo ha detto lui. Carlo Petrini, fondatore di Slow Food (Roberta Scorranese). Corsera.
Chiara Cesarin, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa, è ora in grado di svelare uno stupro inaudito compiuto 50 anni fa. «Uno dei miei predecessori, Bruno Passamani, fece a pezzi con la motosega», dice la Cesarin, «un cavallo senza cavaliere alto 4 metri e mezzo e lungo 5. Era il monumento equestre di Canova, risalente al 1821. Avrebbe dovuto celebrare Ferdinando IV di Borbone. Passamani ebbe dalla soprintendenza il permesso di smontarlo. Invece lo dissezionò con la motosega, distruggendo grandi pezzi in gesso e deformando la struttura interna in ferro. Ciò impediva la ricostruzione dell’opera. Abbiamo scansionato tridimensionalmente tutti i frammenti, poi li abbiamo ricomposti in un restauro digitale. Ne è venuto fuori un modellino di bronzo, in scala. Ora il progetto è di arrivare a una fusione in grandezza naturale. Ho recuperato i resti dimenticati nei depositi del museo e ho lavorato tre anni per ricomporli. Il mio predecessore diceva che era troppo grande». Stefano Lorenzetto. Corsera.
La moda non è arte di serie B. Diana Vreeland, direttrice di Vogue e Harper’s Bazaar, fondò al Metropolitan il dipartimento della moda. Era una donna minuta ma dotata di grande carisma, divenne una specie di sacerdotessa capace di innalzare la moda all’arte. Isabella Rossellini, attrice e testimonial (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Volai a Torino per intervistare Fruttero. Sulla soglia, lo scrittore era in tenuta da cercatore di funghi. Scarponcini scamosciati, pantaloni color mirtillo, berrettaccio da allibratore inglese. «Il medico mi ha ordinato di stare caldo per la bronchite», si giustificò, sigaretta accesa in bocca. «Certo», osservò da sé, «è contraddittorio prendere tante precauzioni e poi continuare a fumare» e ci inoltrammo nell’appartamento sulla via del salotto. «Dov’è Lucentini? Vi pensavo conviventi», dissi. «Allude?», fece lui. «Gira voce di un ménage a deux, tanto siete in simbiosi», azzardai. «Sembriamo la coppia del Vizietto ma siamo lontani mille miglia. Siamo due etero. Potremmo darne dimostrazione o perlomeno serie testimonianze del passato. Siamo entrambi sposati. Io con due figli e nipotini. Lui senza figli». Giancarlo Perna. LaVerità.

Il fatto stesso che esista una stampa «per le donne» implica di per sé l’inferiorità della condizione femminile. Non esistono (salvo qualche eccezione, specie nel campo delle pubblicazioni di moda) giornali che si definiscono maschili. Allo stesso modo negli Stati Uniti si pubblicano giornali per i neri ma non giornali per bianchi. Rosellina Balbi, Nord e Sud.
«Padre benedicimi. Anzi meglio, assolvi anche me», disse il sottotenente durante la campagna di Russia. S’inginocchiò nel lager sovietico dove stava spegnendosi per la fame, e si tolse la bustina da militare. Senza alzarsi dagli stracci, il frate cappuccino levò la destra e, mormorando la parole latine, tracciò su di lui il segno della croce. Michele notò che aveva il collo esile, i capelli corti, e distribuiti a corona intorno alla testa, la barba rada e gli occhi chiari, infantili; gli vennero in mente i cappuccini che curavano gli appestati nel lazzaretto manzoniano. «Come hai detto che ti chiami?». «Padre Fiora». «Ciao padre Fiora». Calzata la bustina, Michele lo salutò anche militarmente; quindi si voltò e uscì dalla baracca. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Edizioni Ares, 1983, 32ma edizione.
Quando la signora Bolzon scriveva nel suo diario il termine «capelloni» questa era una parola con la quale lei indicava anche ragazzi con i capelli corti come Leo, o ragazze con chiome lunghe e ordinate come Patty, se combinavano qualcosa di «scandaloso» come riteneva lei. Oggi, per fortuna, quella definizione è scomparsa perché si è capito che distinguere i buoni e i cattivi dalla lunghezza dei capelli è assurdo: Cristo li portava lunghi e lo strangolatore di Boston era rapato a zero.Guglielmo Zucconi, Una storia pulita. Fabbri editori, 1972.
Il suono possente dell’organo divenne acqua e mare: un mare di scaglie lucenti che spruzzò le anime di un’impalpabile schiuma. Infine su quel mare, con tre soffici accordi in minore, si profilò la patria. Fu come la voce della Terra Promessa che d’improvviso stormisse con tutti i suoi canneti e le sue fresche acque. Nel gregge dei fedeli corse un fremito casto. Luigi Santucci, Il velocifero. Mondadori, 1963.
Il narcisismo è egoismo frivolo. Roberto Gervaso. Il Messaggero.