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 2019  giugno 19 Mercoledì calendario

Il vertice sulla procedura d’Infrazione

La costante riduzione dello spread è argomento non da poco che stamane il ministro dell’Economia Giovanni Tria porterà al vertice convocato a palazzo Chigi dal premier Conte con i vicepremier Di Maio e Salvini. Alla discesa ieri hanno contribuito le parole del presidente della Bce Mario Draghi, che ha promesso altri interventi di acquisto di debito pubblico dei paesi dell’eurozona che però non sarebbero possibili per chi è in procedura d’infrazione per debito.
LA SINTONIACiò conferma che l’Italia può riuscire a risolvere i suoi problemi solo restando in una cornice di rispetto delle regole europee, ma anche che i mercati iniziano ad apprezzare la ritrovata disciplina di bilancio recuperata dall’attuale governo dopo un anno vissuto pericolosamente. 
Di questo sono da tempo pienamente convinti sia il presidente del Consiglio che il ministro dell’Economia. Al punto che lo stesso Conte ieri ha preso le difese del numero uno della Bce sottolineando anche che all’Italia più che «una manovra trumpiana», come vorrebbe Salvini, servirà una manovra «contiana». Ovvero una manovra che non la fa Bruxelles ma neppure Washington. 
Una rivendicazione di ruolo in piena sintonia con quella sorta di ultimatum che lo stesso premier due lunedì fa lanciò da palazzo Chigi e che punta anche a smorzare gli entusiasmi del leader leghista dovuti anche agli incontri avuti a Washington. Al netto della propaganda, che continua malgrado siano finite le campagne elettorali, il clima nella maggioranza è migliorato. Di Maio, per tenere buoni i suoi, continua ad agitare intenzioni elettorali a breve da parte della Lega, anche se Salvini, mentre ripete di voler governare per altri quattro anni, lancia strali contro l’Unione e il presidente della Repubblica. Il problema per i grillini è l’agenda che vorrebbe imporre il Carroccio, mentre sulla necessità di chiudere la partita con Bruxelles, evitando la procedura per debito, M5S e Lega sono dalla stessa parte e si affidano a Tria. 
«Sarà una lettera molto politica», assicurava ieri il presidente del Consiglio parlando della missiva che domani consegnerà personalmente alle massime autorità europee e ai principali leader. La lettera servirà per ribadire la volontà dell’Italia di un’Europa non solo moneta e finanza. Cambiare le regole, quindi, ma al tempo stesso ribadire che queste verranno rispettate fino a quando ci sono. Da qui, ovvero da come dimostrare che l’Italia rispetta i parametri, muove il lavoro svolto dal titolare del Mef. Obiettivo di Conte e Tria è convincere, prima i leader più importanti dell’Unione e poi la Commissione, che l’Italia, grazie ad un forte avanzo primario, non solo rispetta parametri e promesse, ma che ha un debito ampiamente sostenibile. Nessuna procedura, quindi, al massimo un rinvio a dopo l’estate quando, con la nota di assestamento di bilancio si avrà la conferma del rispetto del promesso 2,1%. 
Il presidente del Consiglio leggerà ai due vice e a Tria la lettera prima dell’informativa che terrà alla Camera proprio in vista del Consiglio europeo. Subito dopo, come è consuetudine, Conte e mezzo governo saliranno al Quirinale. L’attenzione con la quale Sergio Mattarella segue le dinamiche dei conti pubblici e dei risparmi degli italiani è nota e ribadita ieri nel messaggio inviato alla Confartigianato. Mettere in sicurezza i conti pubblici proprio ora che Draghi sembra voler riaprire la borsa del quantitative easing e auspica un allineamento delle politiche fiscali dell’eurozona. Due argomenti, anche se il secondo è solo un seppur potente auspicio, che diventa difficile non valutare anche per i due vicepremier che continuano a tenere in caldo due nuove bandierine da mettere nella manovra di bilancio: flat tax e salario minimo. 
IL BELLOConte e Tria, da giorni continuano a non escludere la possibilità che si possa mettere mano alle due misure care ai vicepremier, ma ritengono ovvio che i due provvedimenti vengano affrontati in autunno con la legge di Bilancio, senza dover ora spaventare, gratuitamente, Bruxelles e i mercati con annunci. Il richiamo alla prudenza nelle dichiarazioni, fatto più volte dal presidente del Consiglio, ha sortito in buona sostanza i suoi effetti con il ministro Tria che, dopo il Consiglio europeo di fine settimana, riprenderà la trattativa con l’Unione senza doversi guardare dal fuoco amico. Riuscire ad evitare la manovra correttiva sarebbe giù un successo per il duo Conte-Tria. I due sono consapevoli che il bello verrà a settembre, ma ora è importante mettere in sicurezza i conti e chiudere la finestra elettorale di luglio. Poi si vedrà.