Corriere della Sera, 18 giugno 2019
Xi Jinping va a trovare Kim Jong-un per chiedergli di riprendere i negoziati con gli Usa
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO Un piccolo terremoto, solo 1,3 gradi di magnitudo, è stato rilevato ieri sera in territorio nordcoreano dai sismografi cinesi. Potrebbe essere stato causato da un’esplosione di cui in Cina non hanno saputo determinare l’origine (e con la storia di test missilistici e nucleari di Pyongyang non si sa mai).
Ma al momento la notizia che attira l’interesse sulla Nord Corea è l’annuncio che giovedì 20 giugno Xi Jinping andrà per la prima volta a trovare Kim Jong-un a Pyongyang. Era dal 2005 che un presidente cinese non visitava la Nord Corea. E in questi quattordici anni i rapporti tra i due Paesi confinanti e formalmente alleati sono stati tutt’altro che sereni e fraterni.
Costretto a una ritirata davanti ai due milioni di cittadini di Hong Kong che assediano il governo dell’isola, Xi Jinping ha un’altra crisi alle porte: la guerra commerciale con gli Stati Uniti. Appuntamento cruciale con Donald Trump il 28 giugno al G20 in Giappone. Perché allora Xi dedica il suo tempo a una visita di Stato che avrebbe potuto compiere mesi fa o fra altri mesi ancora?
Bisogna ricordare che Kim a partire dalla primavera del 2018 è stato in Cina già quattro volte, a ridosso dei vertici storici con Trump. Xi lo ha accolto con tutti gli onori e di certo gli ha dato buoni consigli su come affrontare il negoziato con gli americani. Kim ha attraversato tutta la Cina in treno anche lo scorso febbraio, diretto a Hanoi e poi di ritorno. È evidente che la carta nordcoreana può sempre tornare utile a Xi.
Però questa volta è l’imperatore di Pechino che va a trovare il tributario poco affidabile di Pyongyang. Xi e Kim si erano semplicemente ignorati e detestati per i primi anni del loro potere (il nordcoreano lo ha ereditato dal padre morto nel dicembre 2011, il cinese è stato eletto nell’autunno 2012). Quando nel 2017 la Nord Corea ha accelerato i test missilistici e nucleari, la Cina all’Onu ha votato a favore di sanzioni paralizzanti.
Però la Cina resta sempre il principale alleato e protettore (economico) della Nord Corea. Xi andando a Pyongyang dà nuovo lustro internazionale a Kim. E in cambio potrebbe chiedere al Maresciallo di evitare nuove provocazioni missilistiche dopo quelle di maggio.
Ottenendole, il presidente cinese potrebbe andare all’incontro con Donald Trump con un regalo: la conferma che il Maresciallo nordista è pronto a riprendere il negoziato sul disarmo nucleare, come sogna il capo della Casa Bianca. L’ipotesi del «bel dono nordcoreano» circola in queste ore a Pechino e potrebbe contribuire a far seppellire a Trump l’ascia della guerra dei dazi.
Tra tanti dubbi una sola previsione che facilmente si avvererà: quella sul mezzo che Xi prenderà per raggiungere Pyongyang. Nelle sue escursioni in Cina Kim ha usato il treno blindato, pesante e lento. Il leader cinese volerà con un jet di Air China: non ha tempo da perdere lui.