Libero, 18 giugno 2019
Sposarsi a 90 anni dopo na vita di tira e molla
Sabato scorso a Codigoro, in provincia di Ferrara, due innamorati hanno coronato il loro sogno d’amore, sposandosi nella sala consiliare del Comune. E che notizia sarà mai? Va bene che il matrimonio è un po’ fuori moda, ma qui si esagera. Un attimo, non vi abbiamo ancora detto ciò che rende eccezionale questa storia per il resto del tutto ordinaria, e cioè l’età dei coniugati: lui, Franco Roma, ha 91 anni; lei, Greta Remari, ne ha 86. Si conoscono alla metà del secolo scorso, quando, lei ventenne, incontra lui di poco più grande e scatta il colpo di fulmine. Nasce un amore tormentato dalle difficoltà economiche e dall’irrequietezza di lui, e nasce anche un figlio, Brunero. Ma Franco, dopo qualche anno, lascia Greta. Segue un lungo, lunghissimo periodo in cui i due si riavvicinano e si riallontanano, senza mai perdere il vincolo, evidentemente profondissimo, che li unisce, e che è rinsaldato dalla crescita e dall’educazione del figlio. Misteri dell’amore: “Odi et amo” cantava Catullo, ti amo ma non posso stare con te, e allo stesso tempo, ti odio ma non posso stare senza di te.
«ODI ET AMO»
Brunero, crescendo, si interroga sul perché di quel misterioso rapporto fra i suoi genitori, ogni volta che va a trovare il papà nella sua casa, o torna dalla madre che vive in un’altra abitazione. Si vogliono bene, si amano, si pensano, non c’è mai stata una rottura definitiva, e allora perché questa ostinata separazione? Odi et amo. «Non so perché accade, eppure sento che accade e mi struggo», concludeva il solito Catullo, nel secondo e ultimo verso della sua poesia. Ma si sa, per quasi tutte le situazioni bloccate o apparentemente immodificabili esiste un unico, miracoloso rimedio: il tempo. E di tempo, nella storia d’amore tra Franco e Greta, ce n’è voluto proprio tanto. Oltre mezzo secolo. Ed ecco che, passato il tempo, il figlio, che ormai, lui sì, si è sposato, riunisce per una cena il padre e la madre, che si lasciano convincere dal figlio e dalla nuora a quel fatale riavvicinamento. «Durante la cena – ricorda Brunero, in una dichiarazione al Resto del Carlino – ho visto che si volevano ancora bene e così come ripetevo ormai da anni, ho lanciato la proposta: se state assieme perché non vi sposate?». I due godono ancora di buona salute, sono attivi, e se tutto va bene avranno ancora un bel tratto di vita da fare. Perché non lo fate insieme? Gli ha proposto il figlio. A quanto pare, Franco e Greta non aspettavano altro che il momento che Brunero facesse loro questa domanda, perché hanno subito acconsentito. Ecco quindi il matrimonio, con la sindaca Alice Zanardi che ha dedicato agli sposi una poesia che li ha commossi, anche se, per ragioni di opportunità, certo non sarà stata il celebre “Odi et amo” di Catullo. Quello infatti è il loro passato, mentre il matrimonio ora tinge di un nuovo colore i loro ultimi sessant’anni, il colore della comprensione e dell’accettazione di un destino comune.
TEMPI DI MATURAZIONE Ed è bella questa storia d’amore capovolta. Vediamo così tante coppie, che sembrano assortite dal dio stesso dell’Amore, partire al massimo con fidanzamenti da sogno, seguiti da matrimoni pieni d’entusiasmo e di speranze, ma che sfioriscono petalo dopo petalo nel giro di pochi anni, e si dissolvono in separazioni spesso non prive di risentimenti. Diciamo pure che questa, generalmente, è la parabola tipica del matrimonio moderno. Al contrario, quasi per una forma di ironica preveggenza, Franco e Greta sembrano essersi “studiati” per sessant’anni. Aver diffidato fin dal principio delle cose precipitose, delle cose non pronte. Che si pretende? Ognuno ha i suoi tempi per la maturazione delle verità e dei sentimenti più profondi. E così per Franco e Greta il matrimonio, anziché il punto di partenza, è stato il traguardo del loro lungo amore. Una visione che forse non è sempre possibile mettere in pratica, ma per molti aspetti più saggia di quella prevalente.