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 2019  giugno 18 Martedì calendario

I trans non sono malati

Essere transgender non è più considerato una malattia né una patologia mentale: l’Oms – l’Organizzazione mondiale della sanità – l’ha cancellata dalle sindromi psichiatriche, inserendola invece tra i “disturbi della salute sessuale”. Fino a poco tempo fa, infatti, l’International Classification of Diseases (ICD) riteneva che gli individui che vogliono vivere ed essere accettati come un membro del sesso opposto fossero affetti da problemi psichici, da una sindrome comportamentale disadattiva. Con questa definizione, però, non si sono trovati più d’accordo scienziati e ricercatori mondiali, i quali hanno pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet uno studio – “Removing transgender identity from the classification of mental disorder” – nel quale hanno coinvolto oltre 250 transgender, lanciando un appello storico, basato su dati medici e clinici, con un preciso invito alla comunità scientifica internazionale: rimuovere tali soggetti dal settore dei disordini mentali. rivisto e corretto Il mese scorso a Ginevra, all’Assemblea Generale dell’Oms, è stato quindi discusso, rivisto e corretto l’aggiornamento dell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problem, e codificato un nuovo documento che riposiziona nel settore giusto molte malattie, alla luce di ricerche e scoperte farmacologiche degli ultimi anni sulla loro eziologia e cura, e la “disforia di genere” è stata collocata tra i disturbi della salute sessuale, escludendola di fatto dal perimetro delle malattie neurologiche e mentali. Nel glossario dell’Oms i generi classificati sono cinque: maschile, femminile, omosessuale maschile, omosessuale femminile e trangender, e gli ultimi tre erano considerati appunto “disordini di genere”, intendendo come genere l’appartenenza genetica a un sesso. Qual è l’esatta differenza? Il termine gender indica il genere maschile o femminile, mentre transgender è quello che una volta veniva definito transessuale, una persona che non si riconosce nell’identità sessuale attribuita alla nascita. I trans sono appunto transessuali che hanno una forte pulsione verso lo stesso sesso genetico, ma non sono da paragonare o considerare omosessuali perché la loro condizione non interessa solo la sessualità, ma tutti gli aspetti completi e profondi della personalità. Per esempio, chi è nata donna a un certo punto della sua vita si vede e si sente diversa, con una reale dissociazione tra mente e corpo, e questi corpi femminili si percepiscono intimamente come uomini, per cui sono attratte sessualmente dalle donne. Così gli uomini che si sentono totalmente donne sono attirati sessualmente dagli uomini, con una pulsione così violenta da essere incontrollabile. Transgender letteralmente significa “al di là del genere”, e identifica quindi chi non si riconosce nello stereotipo maschile o femminile, mentre in ambito psicologico, medico e legale questo termine viene usato per indicare un transessuale non operato ai genitali. Tali soggetti, infatti, ricorrono spesso alla chirurgia estetica per la mastoplastica additiva (farsi il seno), e alla terapia ormonale a base di estrogeni per ingentilire la voce, far scomparire la peluria di corpo e barba, rendere la pelle più morbida e liscia, ma quasi mai ricorrono alla rimozione o trasformazione dei genitali. La transessualità quindi non è una malattia, ma un disturbo tra l’identità fisica e psichica che si struttura nei primi tre anni di vita, si stabilizza in tale periodo senza dare sintomi, mentre si rende evidente durante la pubertà, quando inizia la tempesta ormonale che sviluppa i caratteri sessuali secondari – peluria, maturazione dei genitali, pulsioni sessuali – ed è il momento in cui tali soggetti prendono coscienza della loro condizione, poiché mentre il loro corpo va in una direzione, la loro mente va dall’altra, e iniziano a sentirsi dissociati dal proprio sesso biologico. alla nascita È accertato che in genere nasce un trans maschio-femmina (cioè nato con caratteristiche di sesso maschile ma che tende verso l’altro genere) ogni 20mila parti, e un trans femmina-maschio ogni 40mila, e in Italia tali soggetti sono poche migliaia, dei quali pochissimi ricorrono al cambio di sesso anche chirurgico. Attualmente lo Stato di New York ha stampato certificati sui quali sarà consentito scrivere “Genere X” a chi non si riconosce né nel genere femminile né in quello maschile, con una nuova legge approvata a grande maggioranza dal Consiglio Comunale della Grande Mela, una decisione storica accolta dalla comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), che ha peraltro indicazioni anche per gli etero indecisi, i quali potranno ridefinire il loro genere sui documenti, senza alcuna certificazione medica non essendo più considerata una malattia, ed anche i neo genitori, nel dubbio, potranno scegliere l’opzione X sul certificato di nascita dei figli. I transgender inoltre non hanno nulla a che vedere con i viados, accezione dispregiativa derivante dalla parola “deviato” o pervertito, che si riferisce a uomini omo o bisex che praticano la prostituzione, e nemmeno con i travestiti, persone che provano piacere, anche sessuale, nell’apparire o prendere le sembianze del sesso opposto. La nuova classificazione dei generi sessuali, effettiva dal gennaio 2022, cancella un enorme stigma verso i transgender, fino a ieri considerati malati mentali, abbattendo la barriera costruita attorno a loro che rimarcava l’incongruenza tra l’identità vissuta e il loro sesso biologico, e che li indirizzava verso gli psichiatri. L’appello degli scienziati aiuta a riflettere su quanto possa essere distruttivo un pregiudizio o una diagnosi sbagliata, e come sia possibile agevolare determinate persone a vivere in pace oltre la loro sessualità, il ceto sociale, il colore della pelle.