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 2019  giugno 17 Lunedì calendario

Intervista ad Attilio Fontana

Il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana da Bruxelles, dove ha trascorso due legislature, è stato il grande tessitore della politica estera della Lega, l’uomo che con il filo sovranista ha cucito i rapporti con tutti i principali partiti identitari dell’Unione. Vicinissimo a Salvini, tutto patria, Lega e famiglia, le voci di corridoio lo danno tra i più insofferenti ai veti grillini all’azione di governo. È, rispetto al governatore Zaia, l’altra anima del Veneto leghista, la terra dove il Carroccio ha la maggioranza assoluta. Cosa farà il governo se l’Unione Europea sanzionerà l’Italia? «L’opposizione, quella che ci hanno regalato Monti e la Fornero, grida al lupo al lupo ma io non la vedo così grigia. Sono fiducioso che i negoziati in corso porteranno alla migliore delle soluzioni possibili per i cittadini e le famiglie. Non dimentichiamo che l’attuale Commissione sta approcciando la fine del mandato e che gli equilibri in Europa sono cambiati». Quindi non c’è il rischio che si venga a creare una situazione simile a quella del 2011? «Questo governo rappresenta un unicum nella storia e sta facendo scelte coraggiose, perseguendo l’interesse supremo degli italiani. Rispetto ai tempi in cui un certo establishment era pronto a supportare accordi a favore di altri Stati membri, possiamo orgogliosamente dire che gli equilibri sono cambiati». Si parla di un asse internazionale europeo contro il governo italiano e la Lega in particolare... «Se si amplia il punto d’osservazione in realtà è l’Europa in questo momento a essere fuori asse, il vento identitario soffia forte ovunque. E l’Italia può riconquistare un grande ruolo di ponte tra Est e Ovest». Non la fa un po’ troppo facile? «Il successo della Lega in Italia e il successo dei partiti identitari in tanti Paesi Ue ha già dato una scossa positiva a questa Europa. Non sappiamo ancora quale maggioranza eleggerà i prossimi presidenti del Parlamento e della Commissione. Ma di sicuro oggi esiste un’alternativa all’alleanza tra i popolari e i socialisti che tanti danni ha creato negli ultimi quindici anni. Alla sua destra il Ppe sente la spinta di una forza identitaria che rappresenta un alleato potenzialmente molto più naturale per storia e valori». Ogni forza identitaria sembra però pensare soprattutto a se stessa: l’internazionale sovranista si farà oppure no? «Si farà. Nei fatti esiste già. Le soluzioni proposte ai problemi di oggi dai governi sovranisti ne rappresentano già l’agenda comune». La scelta del commissario europeo spetta alla Lega che ha vinto altrimenti si tradisce il voto degli italiani: giusto o sbagliato? «Il mandato dei cittadini è stato molto chiaro. E posso assicurare che il nome che sarà individuato sarà il profilo migliore per portare in Europa gli interessi del Paese». Se doveste tagliare per fare quadrare i conti da dove partireste? «Da ministro della Famiglia e della Disabilità e da vice segretario della Lega mi batterò per difendere in ogni contesto le famiglie e le persone con fragilità. Stiamo lavorando al progetto dell’assegno unico per le famiglie, che porterà 2-300 euro mensili per ogni nato nelle tasche dei genitori e con le associazioni continuiamo a industriarci per dare nuove risposte ai bisogni delle persone fragili. Il grado di civiltà di un Paese si misura dalla capacità di prendersi cura dei propri cittadini, soprattutto quelli con più difficoltà». Ministro, in verità le avevo chiesto dei possibili tagli... «Ma quali tagli? L’Ue troppo spesso ha messo i numeri e i vincoli di bilancio davanti alle persone, è giunto il momento di ricalibrare le cose nella giusta prospettiva rimettendo le persone al centro dell’azione governativa e dell’economia». Gli Usa possono aumentare il debito e tagliare le tasse perché battono moneta. Noi con l’euro come facciamo? «In questo sistema o si fanno valere gli interessi del Paese o si muore. Per questo c’è bisogno di un’Italia forte in Europa e noi abbiamo portato un cambiamento di paradigma: dal globalismo alle identità, dalle multinazionali alle piccole e medie imprese, dall’omologazione, che vuole l’uomo singolo e solo, alla famiglia, con i suoi valori. La flessibilità al posto dell’austerità. Non è solo questione di moneta, è una questione culturale». Dal 26 maggio Salvini è nella testa degli italiani l’uomo solo al comando. Ha detto che non vuole poltrone, ma cosa cambia dal punto di vista del fare? «Il voto del 26 maggio ci ha dato ancora più forza, anche nei rapporti con il M5S, per rilanciare le nostre battaglie e portare avanti la stagione dei Sì: autonomia, grandi opere, riduzione del fisco per famiglie e imprese». Su cosa può cadere il governo: flat tax, grandi opere, Europa? «Da Veneto ho a cuore l’autonomia ma la battaglia campale per aiutare il Paese è la riduzione delle tasse, mi auguro che tutti concordino e facciano la loro parte». L’autonomia continua a slittare: l’avremo mai, e quando? «Il ministro Stefani ha lavorato benissimo e – con Salvini e i governatori della Lega – il gioco di squadra è stato eccellente. Il M5S non ha più alibi». Il centrodestra è maggioranza, perché Salvini non ci porta al voto e passa all’incasso? «Con il centrodestra governiamo benissimo in molti Comuni e Regioni. A livello nazionale l’attuale governo è nato dal risultato delle elezioni del 4 marzo scorso». Quanto può crescere ancora la Lega? «La Lega ha ancora grandi margini di crescita, per il carisma e il coraggio di Salvini, per la forza delle nostre idee. Me lo lasci dire: le nostre azioni sono naturalmente espressione di un programma che ha ormai un respiro internazionale. I fatti lo dimostrano: tutti i partiti identitari hanno avuto successi clamorosi». Che giudizio ha dell’iniziativa di Toti e del tentativo di rinnovamento di Forza Italia, a cui Salvini ha chiesto facce nuove? «Non mi piace parlare degli altri partiti e non giudico le iniziative nate in casa d’altri. Ma di certo gli elettori hanno espresso la richiesta di un rinnovamento». Il Pd dice che se cade il governo si vota. Però nessuno vuole andare a casa, specie i grillini. Se cade il governo temete un Conte bis con appoggio esterno di Pd e magari anche Forza Italia? «Non mi faccia parlare di fantapolitica. Noi pensiamo a lavorare. Fino a che ci saranno le condizioni per fare le cose noi garantiamo il massimo impegno e la massima lealtà, come abbiamo dimostrato». Berlusconi ha detto che Forza Italia potrebbe fondersi con la Lega, o comunque sciogliersi in essa. È uno scenario plausibile? «Il dialogo con molti esponenti di Forza Italia è ottimo e in tanti condividono le nostre idee. Ma la Lega ha i suoi percorsi di selezione della classe dirigente, siamo una comunità di persone che condividono valori e ideali forti». Rifarebbe il Congresso della Famiglia di Verona, tanto criticato? «Preciso che non siamo stati noi a organizzarlo. Dico anche che su quell’appuntamento sono state dette e scritte una miriade di falsità, che non hanno trovato riscontro nella realtà. Nonostante questo, anche da parte di certi alleati di governo non sono mai arrivate le scuse. E questo mi rammarica». A proposito, quali le novità per la famiglia? «Abbiamo potenziato tutti i fondi per la famiglia e per la disabilità, rafforzato e reso più flessibili i congedi, potenziato il fondo famiglia da 4 milioni a circa 100 milioni di euro, strutturali, investito 80 milioni in welfare aziendale. Stiamo lavorando al progetto dell’assegno unico per mamme e papà, il più grande tentativo di riordino e potenziamento delle misure per la natalità. Vedo con piacere che il mio ministero, nato senza portafoglio, ha dettato l’agenda politica del governo degli ultimi tempi, tanto che la famiglia è diventata l’argomento principale della campagna elettorale. Siamo riusciti a convincere anche M5S del valore della natalità e dell’importanza del rilancio demografico. E addirittura Di Maio oggi sostiene che una famiglia è composta da una mamma e un papà». Fascisti, bigotti, antigay, antidemocratici, filorussi: più la Lega viene attaccata più cresce nei sondaggi: come mai? «Nei confronti della Lega, del sottoscritto e degli italiani, sono state inventate, dette e scritte panzane talmente clamorose e assurde che si smentivano da sole. Questo chiaramente ha minato e mina la credibilità degli autori di tali articoli e servizi e dei media che si sono prestati a questo gioco». Anche lei gira con il rosario, come Salvini? «Io giro con rosario e corona angelica e sono felice che Salvini faccia altrettanto. È il segno di un credo forte, che guida il nostro agire». Come mai la Lega ha un rapporto così tribolato con le gerarchie della Chiesa? «Non è così. C’è la Chiesa e c’è l’apparato. Noi ci battiamo per la tutela delle radici cristiane dell’Europa, per il mantenimento del Crocefisso nei luoghi pubblici, per la difesa della vita, dei valori non negoziabili e dei simboli che appartengono alla nostra storia. Penso che un cristiano in politica debba fare proprio questo: difendere i propri valori e portarli avanti, con coraggio e determinazione».