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 2019  giugno 17 Lunedì calendario

Investire vegan fa bene

Vegetarianismo e veganesimo sono anche un’oppurtunità di investimento. Negli Usa nel 2017 erano 19,6 milioni i vegani, ovvero gli individui che hanno scelto di non alimentarsi con prodotti non provenienti dal mondo animale. I novelli seguaci di Vertumno, il celebre ritratto dell’imperatore Rodolfo II dipinto da Giuseppe Arcimboldo alla fine del 1.500, continuano a crescere di numero. Anche in Italia, visto che nei cinque anni tra il 2011 e il 2016 il numero di vegetariani e vegani è cresciuto del 94,4%, secondo i dati di Euromonitor.
Non è un caso che Beyond Meat, la società più celebre negli ultimi tempi all’interno del comparto vegan, partecipata da Bill Gates, fondatore di Microsoft, e Biz Stone, co-fondatore di Twitter, sia sulla bocca di tutti gli analisti di Wall Street. A cominciare da Goldman Sachs, che ha raccomandato di tenerla sotto osservazione. Il cosiddetto Beyond Burger, ovvero una svizzerina che in tutto e per tutto replica la succosità e il sapore della carne, ma è vegetale al 100%, continua a stupire al Nasdaq, la borsa tecnologica di New York. E come loro, anche l’Impossible Burger, il principale concorrente di Beyond Meat. Da inizio anno, la quotazione di quest’ultima è passata dai 65,75 dollari per azione agli oltre 140 dollari di venerdì scorso. Merito anche di un suggerimento dell’altro creatore di Twitter, Ev Williams, che a metà maggio ha annunciato di aver investito cifre considerevoli in questo segmento.
Il successo è stato così elevato che a gennaio è nato il primo fondo tematico. Cioè, lo Us Vegan Climate Etf, collocato da Beyond Advisors negli Stati Uniti. Un fondo etico, che cerca di evitare ogni investimento in società che sfruttino gli allevamenti animali. L’indice che replica è il Solactive US Large Cap, che tra gli altri comprende Apple, Microsoft e Alphabet, la proprietaria di Google. E nel solo 2017 il fondo ha guadagnato il 25,72%, mentre nel 2018, nonostante tutte le turbolenze dei mercati finanziari, ha reso il 6,55 per cento. Su questo slancio, anche in Europa si sta pensando a prodotti simili. L’olandese Rabobank e l’elvetica UBS, affermano fonti vicine ai rispettivi dossier, stanno valutando l’entrata in questo mercato. E sempre nei Paesi Bassi, il colosso alimentare Vivera ha deciso, lo scorso giovedì di diventare del tutto veg, vendendo la sua divisione «carnivora», Enkco. Gli alimenti verdi sono destinati a essere il futuro? Per la finanza, pare di sì.