Corriere della Sera, 17 giugno 2019
Sarri alla Juve non convince Sconcerti
La debolezza della scelta non sta in Sarri, ma nell’averla dovuta fare. È arrivata alla fine una Juve che non stava più insieme: rapporti interni, sintonia con la gente, asticella sempre più alta quindi delusioni sempre più grandi nello sbaglio. Non essendo propriamente tecnica la piccola crisi della Juve è più complessa da riparare. Probabile servisse più un Allegri del primo giorno che Sarri, maestro di un’unica Grande Idea e per questo pessimo camminatore di cristalli. La Juve ha una sua differenza che chiunque deve pagare, la scommessa è che Sarri farà diventare brillante la Juve senza spendere troppo per quella differenza. Non so se sia possibile, la tua natura a volte viene fuori perfino tradendoti. È l’uomo che è diverso, troppo coerente, un fascio di nervi che portano idee estreme sul calcio e la vita. Credo che la Juve gli metterà Paratici accanto, suo vecchio amico, e gli terrà sempre Nedved in zona in rappresentanza della pura juventinità. D’altra parte non è che il Chelsea fosse un Eden di socialismo. Il resto è calcio, e qui Sarri conosce benissimo l’argomento. Avrà due terzini molto alti, chiunque siano. Avrà Pjanic come riferimento più due mezze ali che s’inseriscono. Il suo ideale sarebbe il Khedira giovane. Del suo passato gli mancano tre giocatori, Vecino, Callejon e Zielinski, molto verticali. È poco amante dei mediani. Potrebbe farsi venire l’idea di Ramsey mezzala, che gioca di solito più avanti. Ronaldo è un giocatore spontaneamente alla Sarri, scorre subito verso il centro per far entrare mezzala e terzino. Vorrà inventare qualcosa con Dybala e Bernardeschi che secondo me ama e odia. Alla fine potrebbe giocare di più Cuadrado. Ma aspettiamo il suo mercato.