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 2019  giugno 17 Lunedì calendario

Raccontarsi per raccontare un pezzo di storia italiana: i due libri di Mughini e Caldarola

Una delle controindicazioni degli scritti in cui prevale l’elemento autobiografico, di riflessione su di sé, di descrizione di un passato in cui si intrecciano vicende private e collettive, è spesso quella del compiacimento autocelebrativo. Abbellirsi, ritoccare se stessi in una luce autoindulgente e gratificante, offrire di sé un’immagine corretta e addolcita è una tentazione fortissima che però getta inevitabilmente una patina di inautenticità sulle memorie di chi ha un rapporto molto insoddisfacente con la verità autobiografica. Sono però usciti di recente due libri che alla godibilità della scrittura autobiografica affiancano un elemento di sincerità, di problematicità autocritica e anche di coraggio nell’affrontare una franca e talvolta spietata resa dei conti con se stessi. Due libri scritti da due autori che più o meno stanno dentro una stessa temperie generazionale. Uno è «Memorie di un rinnegato» di Giampiero Mughini pubblicato da Bompiani, l’altro è «Come mi sono perso il fratello greco cercando la sinistra» di Peppino Caldarola pubblicato dalla Progedit. Sono due autori diversi per provenienza geografica, la Sicilia e la Puglia, e per identità politica. Ma ambedue bruciano di una stessa passione culturale per le idee, con un interesse spiccato per le vicende anche tragiche del Novecento, un’attrazione bulimica per i libri unita a una curiosità per le rappresentazioni estetiche della modernità. Nei loro scritti il memoir si mescola alla raffigurazione di un’Italia attraversata con una voglia di esserci e di capire che spiega l’energia che promana dalle pagine dei loro libri. Ma soprattutto ad unirli, e a rappresentare per me una felice novità, è la propensione a non dipingere di rosa un passato tormentato, a non edulcorare con gli zuccheri della nostalgia i drammi, i nodi, le ombre anche personali di un passato descritto con spirito di verità, come testimonianza genuina di una vita. Una vita dove gli amori e gli affetti si mescolano a un’educazione sentimentale in cui, traccia di una medesima appartenenza generazionale, la politica, militante o filtrata attraverso l’attività giornalistica e culturale, ha un ruolo centrale. Raccontarsi per raccontare un pezzo di storia italiana: per ottenere questo risultato la sincerità è obbligatoria. I due libri di Mughini e Caldarola hanno felicemente osservato questo obbligo.